Protocollo Regioni-Infermieri. Un ottimo regalo di Natale
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L’auspicio è che analogo protocollo sia ora siglato anche con le altre professioni sanitraie. L’attività che potrà essere svolta per effetto di tali protocolli non sarà né invasiva né surrogatrice delle necessarie, corrette ed opportune competenze e relazioni sindacali bensì propedeutica alle stesse; infatti la mutata natura degli ordini professionali sanitari per effetto della legge 3/18 che li ha elevati ad “enti pubblici non economici sussidiari dello Stato” fa sì che gli stessi siano “parte della parte pubblica”
Stupendo ed ottimo regalo di Natale agli infermieri, agli altri professionisti della salute e soprattutto ai cittadini destinatari delle prestazioni del SSN il protocollo d’intesa recentemente stipulato tra la Conferenza delle Regioni è la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, autori il Coordinatore della Commissione Salute Antonio Saitta ed il Presidente del Comitato di Settore Regioni–Sanità Sergio Venturi e la Presidente Nazionale Barbara Mangiacavalli.
Dalle notizie che ho, avendomi informato direttamente il Presidente Alessandro Beux, analoga disponibilità positiva è stata manifestata per la stipula di protocollo con la Federazione degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
È verosimile ed auspicabile che, se richiesto dagli organismi interessati, analoga positiva disponibilità possa essere espressa alla Federazione Nazionale degli Ordini della professione di Ostetrica e dall’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali.
In tal modo diviene finalmente esigibile, spendibile e realizzabile la parte più innovativa del recente contratto nazionale del comparto sanità che, dopo un’attesa ultradecennale, ha finalmente previsto una carriera anche professionale per gli infermieri e le altre professioni sanitarie e sociosanitarie parallela e di pari dignità con quella preesistente organizzativa sia gestionale che didattica.
Carriera professionale con i nuovi incarichi di esperto e di professionista nel valorizzare, apprezzare ed incentivare la precipua professionalità di chi opera per attuare il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, coglie, interpreta e realizza l’evoluzione della nuova organizzazione del lavoro sanitario e sociosanitario nelle corsie, nelle camere operatorie, nelle diagnostiche ospedaliere come nei servizi e presidi dei distretti sociosanitari sino al domicilio del cittadino, nei dipartimenti di prevenzione e di salute mentale al fine di rispondere, nella forma più efficace ed efficiente ai bisogni di salute vecchi e nuovi nel mutato quadro epidemiologico e nosologico del Paese.
L’attività che potrà essere svolta per effetto di tali protocolli non sarà né invasiva né surrogatrice delle necessarie, corrette ed opportune competenze e relazioni sindacali bensì propedeutica alle stesse; infatti la mutata natura degli ordini professionali sanitari per effetto della legge 3/18 che li ha elevati ad “enti pubblici non economici sussidiari dello Stato” fa sì che gli stessi siano “parte della parte pubblica”.
Con questo ruolo e con tale finalità gli ordini sanitari possono contribuire con le competenze ed i saperi delle professioni che rappresentano alla migliore e puntuale progettazione delle modalità con cui delineare ed attuare l’organizzazione del lavoro in sanità sia finalizzato al dovuto e necessario confronto con le rappresentanze sindacali sia alla successiva e conseguente fase di attuazione concreta nonché monitoraggio e valutazione della positività di effetti realizzatasi o meno.
Il Protocollo prevede, certamente, in agenda altri argomenti che riguardano l’evoluzione della professione in relazione ai Servizi Sanitari Regionali che possono, se sviluppati ed attuati, finalmente dar corso ad una condivisa, verificata e verificabile partecipazione degli stessi professionisti della salute a tutte le articolazioni programmatorie in sanità.
Saverio Proia