pubblichiamo comunicato stampa dell’Aifi sull’emendamento salva Abusivi
La ministra Grillo ha rilasciato ieri una dichiarazione che è interessante analizzare perché parte da un principio ben noto alla comunicazione M5S: la negazione dell’evidenza anche davanti al fatto compiuto. Una strategia che evidentemente prende piede dal metodo illustrato per i coniugi fedifraghi (“Nega, nega sempre, nega tutto, nega anche l’evidenza”) e che chiaramente funziona: «Non c’è alcuna apertura all’esercizio senza titoli. Nessuna equiparazione dunque con chi è iscritto agli albi. Questo dobbiamo precisarlo a chiare lettere. L’emendamento è una soluzione equilibrata per superare la situazione preoccupante in cui versano circa 20mila operatori che, a seguito dell’approvazione della legge 3 del 2018, pur operando nel settore sanitario da diversi anni, non sono nelle condizioni di iscriversi in un albo professionale. Chi potrà provare con adeguata documentazione, che sarà demandata a un decreto ministeriale, di aver effettuato un’attività di lavoro dipendente o autonomo per 36 mesi negli ultimi dieci anni di continuare a svolgere le attività previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento attraverso l’iscrizione ad un elenco ad esaurimento tenuto, per maggiore garanzia, dagli ordini professionali».
Manovra: professioni sanitarie senza titolo? Fatto!
L’AIFI ha promosso un mail bombing contro l’iniziativa che è risultato alla fine inutile. Il MoVimento 5 Stelle non ha voluto sentire ragioni e ha continuato sulla sua strada. La ministra Grillo, reduce dalla polemica su pandori e panettoni e dagli abbandoni nell’Istituto Superiore di Sanità, ha continuato a negare l’esistenza stessa dell’emendamento.