Milleproroghe. Il CdM approva il decreto “salvo intese”. Per la sanità possibile sblocco dei fondi “Ria” per la retribuzione accessoria di medici e dirigenti del Ssn. Ecco tutte le misure
fonte quotidianosanita
Il testo contiene diverse misure di interesse per la sanità. Tra queste spicca il possibile sblocco del fondo per la retribuzione accessoria per il personale della dirigenza medica e sanitaria finanziato con la “Ria” e bloccato da diversi anni. Prevista inoltre la stabilizzazione per i precari di Irccs e Izs con determinati requisiti. E poi misure su quote premiali regionali, Aifa, sperimentazione animale, cure palliative ed elenchi speciali professioni sanitarie. IL TESTO ENTRATO IN CDM
Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il decreto Milleproroghe con la formula “salvo intese” per il mancato accordo su alcune parti del provvedimento. Da quanto si apprende una nuova riunione del Cdm sarebbe prevista per il 27 dicembre.
Nel testo esaminato ieri trovano conferma tutte le misure per la sanità anticipate nei giorni scorsi alle quali si aggiungono importanti novità per i dirigenti medici e sanitari del Ssn sull’annosa questione della “Ria” con lo sblocco dei fondi per le retribuzioni accessorie oggetto da anni di un contenzioso con i sindacati di categoria dopo il blocco in vigore da anni e la sostanziale acquisizione del fondo “Ria” per finalità di equilibrio di bilancio.
In particolare il Milleproroghe (all’articolo 23 inserito nella bozza esaminata ieri dal Governo) prevede che “Nei confronti della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie, a cui sono estesi gli effetti dell’articolo 1, comma 435 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, che in sede di rinnovo contrattuale 2016-2018 ha ottemperato al disposto dell’articolo 23, comma 1 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, procedendo all’armonizzazione e o unificazione dei trattamenti economici accessori, vengono meno, a far data dall’inizio del triennio contrattuale 2019-2021, gli effetti di cui al comma 2 del medesimo articolo 23 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75“.
Tradotto ciò dovrebbe comportare il ripristino del fondo per le retribuzioni accessorie dei medici e dei dirigenti sanitari del Ssn finanziato con i corrispettivi economici dei “vecchi” trattamenti di anzianità (la Ria, per l’appunto) dei medici che andavano in pensione.
Negli anni 2010-2014 le leggi finanziarie, al fine di reperire risorse per il deficit dello stato, hanno disposto il blocco dei fondi accessori. Conseguentemente il corrispettivo economico della RIA dei medici che andavano in pensione, non potendo più alimentare il fondo che finanziava le posizioni e gli incarichi professionali, è rimasto nella disponibilità del bilancio aziendale e disperso in mille rivoli.
La finanziaria per il 2016 ripristinò, dopo un anno di tregua (2015) l’assorbimento della Ria, congelando per anni la carriera dei medici e dei dirigenti sanitari, impoverendo quella parte della retribuzione che premiava la professionalità e permetteva la carriera del medico.
“Nessuno si è accorto individualmente che le risorse economiche destinate ai medici diminuivano – sottolineano all’Anaao – perché lo stipendio rimaneva costante, ma quello che è successo è andato a discapito dei medici più giovani e soprattutto ha determinato la percezione di frustrazione da parte dei medici per una progressione di carriera sempre più inesistente e sempre più vuota dal punto di vista economico”.
Altra novità del Milleproroghe esaminato ieri dal Cdm rispetto alle bozze precedenti è la stabilizzazione dei precari di Irccs e Izs, prevedendo che, chi abbia maturato 31 dicembre 2019, fatti salvi i requisiti maturati al 31 dicembre 2017, un’anzianità di servizio di almeno tre anni negli ultimi sette (prima erano cinque), possa essere assunto con contratto di lavoro a tempo determinato.
Infine, in tema di sperimentazione animale, viene previsto che, per finanziare lo sviluppo e ricerca di approcci alternativi, idonei a fornire lo stesso livello o un livello più alto d’informazione di quello ottenuto nelle procedure che usano animali, il Ministero debba stanziare un importo annuale pari ad euro 1.000.000 anche per il triennio 2020-2022, a valere sulle risorse del fondo di rotazione. Di queste, il 20% verrà destinato alle Regioni (prima era il 50%) ed al 80% agli Izs.
Di seguito tutte le altre misure sanitarie oggetto del decreto:
Quote premiali per le Regioni
Modificando l’articolo 2, comma 67-bis, della legge Finanziaria 2010, si estende anche al 2020 il riparto della quota premiale per quelle Regioni che hanno istituito una Centrale regionale per gli acquisti e l’aggiudicazione di procedure di gara per l’approvvigionamento di beni e servizi per un volume annuo non inferiore ad un determinato importo.
Concorsi Aifa
Si prorogano a tutto il 2020 i termini per consentire all’Aifa sia di poter bandire la procedura concorsuale relativa ai dirigenti sanitari biologi, sia di completare la procedura per il reclutamento di 10 dirigenti amministrativi di II fascia.
Proroga direttiva UE su sperimentazione animale
Si proroga al 1° gennaio 2022 quanto previsto dalla direttiva europea sulla sperimentazione animale. Questa proroga consentirebbe ai soggetti interessati di sviluppare approcci alternativi idonei a fornire lo stesso livello, o un livello superiore, di informazioni rispetto a quello ottenuto nelle procedure che usano animali. L’applicazione del divieto di autorizzare nuovi progetti di ricerca su sostanze d’abuso, si spiega nella relazione, impedirà all’Italia di proseguire le ricerche in un settore di particolare interesse per la collettività e che rappresenta un costo ingente per la sanità pubblica.
Idoneità medici cure palliative
Proroga di 18 mesi il termine inizialmente previsto dalla manovra 2019 per le idoneità dei medici operanti nelle reti delle cure palliative. ll testo della manovra prevedeva che, al fine di garantire il rispetto della legge sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, e il rispetto dei Lea, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, saranno ritenuti idonei ad operare nelle reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate medici sprovvisti dai requisiti previsti dal decreto del Ministero della Salute 28 marzo 2013 (relativi alle equipollenze) e che alla data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2019 sono già in servizio presso queste reti e rispondono a tutti questi requisiti:
a) possesso di un’esperienza almeno triennale, anche non continuativa, nel campo delle cure palliative acquisita nell’ambito di strutture ospedaliere, residenziali-hospice e Ucp domiciliari accreditate per l’erogazione delle cure palliative con il Ssn;
b) un congruo numero di ore professionali esercitate e di casistica assistita corrispondente ad almeno il 50% dell’orario previsto per il rapporto di lavoro a tempo determinato;
c) l’acquisizione di una specifica formazione in cure palliative conseguita attraverso l’Educazione continua in medicina, ovvero master universitari in cure palliative, ovvero corsi organizzati dalle Regioni per l’acquisizione delle competenze di cui all’accordo tra Stato e Regioni del 10 luglio 2014.
Il legislatore aveva previsto che l’istanza per ottenere la prescritta certificazione dovesse essere presentata alla Regione competente entro il termine di 18 mesi dall’entrata in vigore della legge stessa, ossia entro il 1° luglio 2020. Però, si spiega nella relazione, lo schema di decreto attuativo è pronto per l’invio all’esame della Conferenza Stato Regioni per l’acquisizione dell’intesa. Da qui la richiesta di prorogare il termine previsto di 18 mesi, facendolo decorrere, non dall’entrata in vigore della legge, ma dalla data di entrata in vigore del decreto attuativo in fase di definizione.
Iscrizione elenchi speciali professioni sanitarie
Proroga al 30 giugno 2020 il termine per l’iscrizione all’elenco speciale delle professioni sanitarie istituite dalla legge Lorenzin. Dal nuovo maxi ordine è stato segnalato al Ministero della Salute che la piattaforma informativa per l’iscrizione ai predetti elenchi speciali è stata resa operativa solo a decorrere dallo scorso 1° ottobre, riducendo così la possibilità di iscriversi a soli 3 mesi dalla scadenza inizialmente fissata dalla legge 3/2018. Inoltre, la procedura valutativa viene definita “complessa” e risulterebbe quindi incompatibile con i soli 3 mesi a disposizione. Da qui la proposta di proroga al prossimo giugno.