Coronavirus. Fno Tsrm Psrt: “Grazie alle professioni sanitarie, meno note e visibili, ma il cui contributo è indispensabile
“Bisogna essere grati medici e infermieri ma non dimenticare le altre professioni sanitarie, meno note e visibili, il cui contributo è indispensabile e non surrogabile, tutte meritevoli di attenzione e di riconoscenza per quel che stanno garantendo all’interno della situazione determinatasi”
“I recenti focolai di Covid-19 hanno, ancora una volta, reso evidenti la disponibilità, l’abnegazione e la competenza dei operatori sanitari del nostro Paese. Oltre ai Medici e agli Infermieri, ai quali va anche la nostra gratitudine, in prima linea, esposti e sotto pressione, ci sono numerosi colleghi di altre professioni sanitarie, meno note e visibili, ma il cui contributo è indispensabile e non surrogabile, tutte meritevoli di attenzione e di riconoscenza per quel che stanno garantendo all’interno della situazione determinatasi.
È quanto ha dichiarato la Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm Psrt)
“Per la frequenza, l’intensità e l’esposizione che in questi giorni caratterizzano la loro azione, è doveroso ricordare – sottolinea la Federazione – gli Assistenti sanitari, per l’attività a supporto della comunità e dei singoli individui: inchieste epidemiologiche, ricerca attiva dei contatti, sorveglianza sanitaria, formazione e prevenzione; i Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, per l’impegno nei servizi di prevenzione e protezione, al fine di porre in essere le disposizioni ministeriali e regionali e formare al corretto uso dei DPI; i Tecnici sanitari di laboratorio biomedico, per gli esami microbiologici e virologici (es. cosiddetto tampone) indispensabili per diagnosi molecolari rapide e affidabili, necessarie al controllo e alla gestione dell’emergenza; i Tecnici sanitari di radiologia medica, per le indagini radiologiche effettuate con finalità diagnostiche o di controllo nel tempo (in Lombardia ce ne sono già un paio di decine in quarantena obbligatoria). A loro – conclude – va la nostra più sentita gratitudine, in attesa di fare altre riflessioni e considerazioni quando sarà terminata l’emergenza”.