Coronavirus. Italia tra i paesi che hanno fatto più tamponi rispetto alla popolazione. Superate sia la Germania che la Corea del Sud. Ecco i dati
Oggi il presidente degli Usa ha rivendicato il recordi di tamponi per il Coronavirus. In realtà rispetto alla popolazione ne ha fatti meno della metà dell’Italia che svetta tra i Paesi europei più popolosi superando anche la Germania. Il record assoluto spetta comunque all’Islanda che ha effettuato lo screening con tampone a quasi un islandese su cinque.
Donald Trump, proprio oggi rivendicava il record di tamponi effettuati negli Usa: oltre 1 milione e 700 mila. Dopo gli Usa troviamo la Germania con 918.460 test, poi la Russia con 758mila e quindi l’Italia con 691mila tamponi.
Ma per gli Usa si può parlare veramente di primato? E questa classifica che ci vede al quarto posto nel Mondo rappresenta effettivamente come stanno le cose? In realtà no, perchè, se dal dato assoluto passiamo a quello proporzionale alla popolazione, scopriamo che gli Usa in realtà stanno molto in fondo alla classifica con soli 5.355 test per milione di abitanti. La Germania per milione di abitanti ne ha effettuati 10.952 e la Russia 5.194.
Prima di loro, se vediamo il dato in rapporto alla popolazione, ci sono infatti molti Paesi, tra cui l’Italia che di tamponi, fino ad oggi, ne ha fatti più del doppio degli Usa e della Russia, in proporzione ai suoi abitanti, avendone effettuati 11.436 ogni milione di italiani.
Ma andiamo per ordine, assodato che il dato che ci interessa non è tanto quello del numero di test effettuati ma quanti ne siano stati fatti in rapporto alle rispettive popolazioni svetta il “caso” Islanda. L’isola europea (se si escludono le Isole Faroe che contano meno di 50 mila abitanti) con 74.416 test per milione di abitanti è la prima al mondo in rapporto alla popolazione. In sostanza sono stati sotto positi a tampone quasi un islandese su 5. Ma è chiaro che si tratta di casi limite dove il numero esiguo delle popolazioni (gli islandesi sono poco meno di 357mila) rendono molto più fattibile uno screening così esteso.
Stesse considerazioni si possono fare anche per Lussembrugo (37.840 test per milione di abitanti), Liechtenstein (23.605 test per milione di abitanti), Malta (23.459 test per milione di abitanti), anche se un alto indice di screening lo troviamo pure in Norvegia con 20.052 test per milione di abitanti, Svizzera con 18.256 test per milione di abitanti, Estonia con 16.484 test per milione di abitanti, Slovenia con 13.590 test per milione di abitanti e Austria con 12.357 test per milione di abitanti.
Prendendo in considerazione gli altri paesi UE maggiori per dimensioni e popolazione, l’Italia guida appunto la classifica con i suoi 11.436 test per milioni di abitanti, seguita dalla Germania con 10.952 test per milione di abitanti, Danimarca con 8.503 test per milione di abitanti, Portogallo con 8.470 test per miglione di abitanti, Spagna con 7.593 test per milione di abitanti, Belgio con 6.040 test per milione di abitanti, Finlandia con 5.724 test per milione di abitanti, Olanda con 4.401 test per milione di abitanti, Svezia con 3.654 test per milione di abitanti, Francia con 3.436 test per milione di abitanti e Gran Bretagna con 2.280 test per milione di abitanti.
I casi Germania e Corea del Sud. Nonostante si sia spesso parlato dell’alto numero di test eseguiti come politica vincente nel contenimento del contagio in Corea del Sud e qui in Europa in Germania, i numeri, sia per il Paese asiatico che per la Germania, non sembrano avvalorare questa tesi.
Della Germania abbiamo visto (meno test che in Italia) e in Corea del Sud poi la percentuale di test sulla popolazione è addirittura più bassa con soli 8.996 di tamponi per milione di abitanti, un dato anche in questo caso inferiore a quello italiano. La differenza in questo caso, con ogni probabilità, ha riguardato la tempestiva e ‘semplice’ identificazione del focolaio iniziale dell’infezione nella setta Shincheonji, la Chiesa di Gesù e del Tempio del Tabernacolo della Testimonianza.
Mentre per la Germania, a questo punto, non abbiamo informazioni specifiche per capire se le modalità, più che la quantità di test eseguiti, possano aver contribuito se non al contenimento dei casi (ormai oltre 100mila) al tasso tutt’ora molto basso di letalità tedesco rispetto a quello di quasi tutti gli altri Paesi del Mondo.
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