Approvata dal Parlamento. Il 20 febbraio di ogni anno sarà la “Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato”
Dopo l’approvazione in Senato lo scorso maggio, ieri la Commissione Affari Sociali della Camera, in sede legislativa, ha approvato definitivamente il provvedimento. La giornata nazionale è stata istituita quale “momento per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus nell’anno 2020”. IL TESTO
Il Disegno di legge che istituisce la “Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato” è legge. Dopo l’approvazione in Senato lo scorso maggio, è arrivato nel pomeriggio di ieri il via libera definitivo da parte della Commissione Affari Sociali della Camera, in sede legislativa.
La giornata nazionale, che si celebrerà il 20 febbraio di ogni anno, è stata istituita quale “momento per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus nell’anno 2020”. Spetterà al Governo, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, determinare le modalità di svolgimento della Giornata senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Grande soddisfazione per l’approvazione è stata espressa dalle professioni sanitarie. “Ringraziamo il Parlamento per aver voluto istituire questa Giornata. Questo progetto di Legge è un segno tangibile di riconoscimento, attraverso la memoria collettiva, del sacrificio di tutti i colleghi che si sono esposti, anche in assenza dei dovuti dispositivi di protezione, per combattere il virus – afferma il presidente della Fnomceo Filippo Anelli -. Il loro impegno è una testimonianza forte e concreta di come l’esercizio della Professione medica sia inscindibile dalla passione e dai valori contenuti nel Codice Deontologico e nel Giuramento. L’anima della Professione è in proprio questo connubio inestricabile tra conoscenze scientifiche, competenze professionali e principi etici, che indirizza al bene il potere che deriva dal sapere, saper essere e saper fare”.
“In particolare, ci colpiscono le dichiarazioni di voto, che, al di là di ogni schieramento politico, danno, in maniera unanime e compatta, atto e testimonianza dell’abnegazione e del sacrificio dei sanitari italiani durante l’epidemia di Covid-19 – continua Anelli -. Sono 179, ad oggi, i medici che hanno perso la vita a causa del Coronavirus. Ce lo ricordano, ogni giorno, le bandiere a mezz’asta nella nostra sede a Roma. Ne teniamo memoria con l’elenco dei nomi sul nostro Portale, sopra le steli che in ogni parte d’Italia vengono scoperte. Li portiamo, uno per uno, nei nostri cuori, a cominciare dal primo medico a cadere, il nostro collaboratore e amico Roberto Stella”.
“L’iniziativa di dedicare una giornata ai professionisti sanitari vittime del Covid, a quelli che sono si sono contagiati sul lavoro, a tutti i professionisti e gli altri attori della salute che hanno contributo a gestire l’emergenza merita il nostro sostegno – conclude Anelli -. Credo che sia importante che i nostri concittadini, almeno una volta l’anno, si fermino a riflettere sull’importanza della professione medica e delle professioni sanitarie. Le nostre professioni sono quelle che garantiscono i diritti: in primo luogo il diritto alla salute. Le nostre competenze, peculiari e sinergiche, i nostri principi, liberamente e autonomamente condivisi, i nostri valori, comuni e identitari, che risuonano con quelli della Carta costituzionale e del nostro Servizio Sanitario nazionale, possono e devono essere per i cittadini lo strumento efficace ed essenziale per realizzare i diritti assegnati dalla Costituzione. È significativo che il Parlamento, così come il Governo, riconosca il ruolo portante del capitale umano per il Servizio Sanitario Nazionale”.
Anche la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli, ha parlato di “un successo di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie in prima linea nella lotta alla pandemia”.
“Gli infermieri, ad esempio, rappresentano il 61% delle professioni sanitarie e hanno pagato un prezzo altissimo: 42 morti, 4 suicidi e oltre 16mila contagiati fino a oggi. E’ un atto che rende merito ai tanti operatori sanitari impegnati nella lotta a Covid – aggiunge la presidente Fnopi – molti dei quali hanno anche contratto il virus, un gran numero in tutte le professioni, molti sono deceduti e mai nessuno nonostante tutto ha abbandonato un solo istante la prima linea e per questo è giusto che la legge li comprenda davvero tutti”.
“Ringraziamo i parlamentari che hanno recepito e approvato le integrazioni del relatore e hanno permesso questa forma di riconoscimento di tutte le professionalità (nel testo originario si parlava di “Giornata dei camici bianchi”, ndr.). Ci auguriamo adesso – conclude Mangiacavalli – che nel passaggio finale al Senato sia recepito questo ultimo testo e che la Gionata sia, anche formalmente, il riconoscimento di tutti gli operatori sanitari in prima linea nella lotta alla pandemia. Gli infermieri che sono tra i primi ad affrontare la lotta a Covid-19 sono anche i primi a esserne orgogliosi”.
Mandelli: “La giornata dei professionisti della salute sia uno stimolo a migliorare e proteggere il SSN”. “E’ giusto che il Paese ricordi con una giornata a loro dedicata l’impegno instancabile e il sacrificio dei professionisti della salute durante le ore più tragiche della pandemia, e sono certo che questo sia il sentire comune di tutti gli italiani”, così il presidnete della Fofi Andrea Mandelli a commento dell’approvazione della proposta di legge.
“I terribili mesi attraversati dall’Italia hanno fatto emergere tutto il valore delle donne e degli uomini del Servizio sanitario nazionale, che non hanno mai esitato a esporsi in prima linea per tutelare la salute della collettività, anche a prezzo della propria vita. Sono altresì convinto che medici, farmacisti, infermieri e tutti gli operatori vadano celebrati anche con uno sforzo complessivo per proteggere, migliorare e rendere sempre più efficace ed efficiente la sanità italiana”, conclude Mandelli.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Federazione nazionale degli ordini Tsrm-Pstrp Alessandro Beux: “Un doveroso riconoscimento, duraturo nel tempo, per gli operatori che hanno patito – e, purtroppo, stanno tornando a patire – gli effetti della pandemia. Per la nostra Federazione è un risultato particolarmente significativo perché accoglie, estendendolo, il suggerimento sulla denominazione dato lo scorso 29 maggio, testimoniando che ora il Legislatore ha ben chiaro che il Sistema socio-sanitario è animato da una pluralità di professioni che non può e non deve essere ridotta a rappresentazioni parziali”.