Covid. Fimmg: “Pronto un algoritmo per vaccinare prima chi più rischia. Fondamentali età e comorbidità”
Un algoritmo per individuare chi deve avere la priorità per la vaccinazione anti-Covid sulla base di parametri di riferimento precisi, a partire dall’età e dalle condizioni di salute in relazione alla presenza di una o più malattie. Così i medici di famiglia si stanno organizzando per la seconda fase della campagna vaccinale. Scotti: “Mancano ancora indicazioni ufficiali su come si dovrà organizzare e gestire la seconda fase della campagna. Urgente convocarci per partecipare all’organizzazione”.
Una sorta di grande banca dati con i nomi e le caratteristiche dei pazienti ed un algoritmo in grado di individuare chi tra loro è più a rischio e deve avere la priorità per la vaccinazione anti-Covid sulla base di parametri di riferimento precisi, a partire dall’età e dalle condizioni di salute in relazione alla presenza di una o più malattie. I medici di famiglia si organizzano in vista del prossimo avvio della seconda fase della campagna vaccinale, da febbraio, che dovrà coinvolgere la popolazione sul territorio iniziando da anziani over-80 e soggetti fragili.
Ad oggi, spiega all’Ansa il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, “in realtà mancano ancora indicazioni ufficiali su come si dovrà organizzare e gestire la seconda fase della campagna vaccinale in atto, quando si inizierà a vaccinare la popolazione più ampia. Noi medici di base, a contatto col territorio, saremo chiamati a collaborare ma ancora non sappiamo esattamente come la macchina organizzativa funzionerà”. Ma ciò che è “più urgente – sottolinea – è che dobbiamo essere convocati per partecipare all’organizzazione della seconda fase. Chiediamo di essere coinvolti e siamo disponibili, ma il nostro ruolo al momento non è stato ancora definito per procedure e ambiti di coinvolgimento”.
Il tempo però stringe ed il rischio, avverte, “è quello che si perdano giorni preziosi”. Così la Fimmg, in collaborazione con Cittadinanzattiva, ha deciso di mettere a punto una piattaforma che sarà resa disponibile a tutti i medici di base. L’obiettivo è, appunto, cercare di individuare con la massima precisione la platea di pazienti che nella seconda fase dovranno ricevere per primi la vaccinazione, secondo una scala di priorità. La piattaforma, chiarisce Scotti, “è un modello gratuito per i medici e per le istituzioni e potrà dialogare con le piattaforme aziendali e regionali. Si parte dalla scheda anamnesica fatta dal medico e grazie all’algoritmo si individuano i soggetti che hanno la priorità vaccinale. La piattaforma permette anche al contempo di prenotare la vaccinazione sia presso un punto vaccinale previsto sia presso lo studio del medico. Ciò – precisa – dipenderà anche dal tipo di vaccino che verrà reso disponibile e dalle sue modalità di conservazione. La piattaforma invia quindi un messaggio di conferma al soggetto che potrà vaccinarsi”.
I camici bianchi, quindi, si dicono pronti e propongono che siano gli stessi medici di famiglia a individuare i soggetti che potranno essere immunizzati prioritariamente nella fase 2, a partire come previsto dagli over-80. Per il momento, dal punto di vista dell’organizzazione, sottolinea Scotti, “stiamo avendo primi contatti con le Regioni, ed alcune stanno convocando le organizzazioni di medici di base. Ad esempio, Basilicata, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte hanno iniziato a ragionare con i medici di famiglia sui modelli da adottare, la Lombardia ha già chiuso un preliminare di accordo”.
Ad oggi, in questi territori, sottolinea, “si prevedono coinvolgimenti graduali che partano dal fatto che medici di base possano effettuare le vaccinazioni nei punti vaccinali utilizzando il vaccino Pfizer, che richiede una conservazione a condizioni particolari. Con l’arrivo del vaccino Moderna invece, più semplice da gestire per la conservazione a temperature più alte, potremo vaccinare anche perifericamente e se ci sono le condizioni nei nostri studi”. E proprio dalla categoria potrebbe arrivare un contributo non da poco per assicurare una andamento spedito alla campagna: “A livello nazionale – afferma Scotti – i medici di famiglia sarebbero in grado di poter vaccinare dagli 8 ai 16 milioni di italiani nell’arco di due mesi”.