Covid. Rezza al Senato: “Con 240 mila vaccinati al giorno ritorno a ‘pseudo-normalità’ in 7-13 mesi”. E poi annuncia: “Pronte nuove raccomandazioni su gruppi da vaccinare”
Questa la stima per un ritorno ad uno “stile di vita pre-pandemico, che ci permetta di riaprire buona parte delle attività” emersa da un modello matematico realizzato da Istituto superiore di sanità e Fondazione Bruno Kessler. Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute ha poi annunciato alla Commissione Sanità del Senato l’imminente aggiornamento del piano vaccini con l’aggiornamento delle categorie da vaccinare in via prioritaria. Tra queste caregiver, genitori di bambini immunodepressi e ospiti di comunità.
“Abbiamo recentemente messo a punto insieme all’Istituto superiore di sanità e la Fondazione Bruno Kessler un modello matematico per cercare di capire, se noi vacciniamo a un certo ritmo, quando riusciremo a tornare a una `pseudo normalità´ nello stile di vita. Ebbene, se ipotizziamo ci sia protezione dall’infezione e non solo dalla malattia con i vaccini anti Covid, se assumiamo una durata dell’immunità di 2 anni e nessun rilassamento per ora delle misure di distanziamento, vaccinando circa 240mila persone al giorno riusciamo nel giro di 7-13 mesi probabilmente a tornare a uno stile di vita pre-pandemico, che ci permetta di riaprire buona parte delle attività”.
Così il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso dell’audizione odierna in commissione Sanità al Senato sui vaccini anti Covid.
Contenere oggi le varianti più pericolose e mitigare l’andamento dell’epidemia per Rezza è “essenziale” per proteggere la campagna di vaccinazione. “Non possiamo distrarre nel rincorrere il virus le forze che vanno impegnate a vaccinare. Se facciamo uno sforzo adesso, con questa strategia tra pochi mesi avremo un effetto positivo, ha aggiunto.
“I vaccini disponili – ha sottolineato – stanno aumentando. Ne abbiamo ora tre, ad aprile probabilmente avremo il quarto e ne arriveranno altri in pochi mesi. Nel secondo trimestre le dosi saranno molte di più di quelle del primo trimestre, e vedranno l’estensione sia del numero di vaccinatori e di persone che possono esser vaccinate”. Abbiamo ad oggi, ha ricordato, “43 vaccini in fase iniziale di sviluppo, 27 sono in fase 2, e 26 si trovano in fase avanzata di sperimentazione su ampia scala, o fase 3. Mentre 6 sono quelli approvati da agenzie regolatorie, di cui 3 dall’Agenzia Europea dei medicinali (Ema), ovvero Pfizer, Moderna e Astrazeneca, e quello di Johnson & Johnson per cui è atteso a breve il via libera”.
“Sappiamo – ha aggiunto Rezza – che c’è un’efficacia elevata per la maggior parte dei vaccini ma non sappiamo se proteggono dalla malattia, se bloccano la trasmissione, cosa importante da sapere per capire se si può raggiungere l’immunità di gregge. Non sappiamo, inoltre, la durata della protezione e l’effetto di varianti sull’efficacia”.
Quanto al piano vaccinale, “credo che non possa esserci un piano vaccinale perfetto, quello di cui c’è bisogno è sicuramente una accelerazione fortissima della campagna. Le simulazioni fatte si basano su 240mila vaccinazioni al giorno, se riuscissimo a farne 350mila al giorno noi riusciremmo a vaccinare tante categorie di popolazione, tante persone in breve tempo. E sarebbe davvero la cosa migliore. Nel momento in cui chiediamo dei sacrifici alle persone dobbiamo dare anche una speranza”.
In arrivo anche novità sulle categorie che andranno vaccinate in via prioritaria. “Ieri c’è stata la prima riunione con la Commissione Salute delle Regioni e spero di portare alla prossima Conferenza Stato Regioni nuove raccomandazioni ad interim sui gruppi target a cui offrire con priorità la vaccinazione anti-Covid, che potrebbero includere anche caregiver, genitori di bambini immunodepressi e ospiti di comunità. Poiché ora abbiamo disponibili più vaccini, dobbiamo riformulare raccomandazioni ad Interim e lo stiamo facendo”, ha concluso
© RIPRODUZIONE RISERVATA