Green pass, piattaforma europea operativa da oggi. Resta l’incognita sulle seconde dosi in vacanza. Ecco quando si può utilizzare
Il green pass da oggi 1° giugno può essere emesso negli stati europei, dieci tra cui l’Italia, che lo stanno sperimentando in vista dello start continentale previsto il 1° luglio. E’ infatti operativa la piattaforma che consente ai certificati emessi negli stati membri di essere letti nei paesi confinanti, lasciando transitare chi è vaccinato contro il Covid-19, o ne è guarito o ha fatto il test del tampone con esito negativo. Il green pass, valido in Italia a partire dal 15° giorno successivo fino a 9 mesi in caso di vaccinazione, fino a 6 in caso di guarigione e 48 ore in caso di solo tampone negativo sarà scaricato con l’app IO della Pa o da un sito collegato al sistema Tessera Sanitaria. Inserendo le cifre della tessera, la scadenza e “una one time password” corrispondente al certificato gli utenti potranno riceverlo in pdf o inviarlo per posta elettronica o per la stampa. Vittorio Colao, ministro per la transizione digitale, annuncia che si potrà ricevere pure sull’app Immuni. Mentre si consolidano alcune certezze sui modelli – dove, oltre ai dati del vaccinato, sono riportati un QR code più la firma digitale dell’autorità sanitaria – affiorano anche interrogativi. Le regioni in cui i sistemi informatici non sono disegnati da Sogei, società del Ministero dell’Economia cui è affidata la piattaforma nazionale, potrebbero fare da sole. E a livello europeo, le piattaforme degli stati comunitari, tutte, dovranno parlarsi tra loro: come faranno se in Italia a volte non comunicano tra loro le stesse banche dati delle 21 tra regioni e province autonome? Ad esempio, la Toscana intende veicolare il pass con la sua App Smart SST. Oggi, i residenti possono scaricarlo dal fascicolo sanitario al sito open.toscana.it o recandosi con la tessera sanitaria ai totem dell’Asl. C’è poi la questione degli accordi bilaterali per le seconde dosi di vaccino in villeggiatura. Nei giorni scorsi si è levata la richiesta dall’Ordine dei Medici di Firenze alla Regione di imitare Piemonte e Liguria: anche in Toscana si potrebbe offrire la seconda dose ai turisti venuti da fuori. La vice presidente Elisabetta Alti sottolinea come molti italiani stiano rimandando la somministrazione perché il richiamo cadrebbe nel periodo delle loro ferie. Regioni di destinazione dovrebbero poter vaccinare chi vi viene in vacanza per più di 7-10 giorni. «Dopo un anno così pesante è difficile immaginare di poter chiedere alle persone di rinunciare o tardare le proprie vacanze ». Il patto tra Piemonte e Liguria lega la seconda inoculazione “fuori casa” ai soli soggiorni turistici di durata tale da rendere difficile somministrare il vaccino nel territorio di residenza e alla presentazione di documenti che certifichino lo status dell’interessato con tanto di data e tipologia della prima dose ricevuta. L’avvenuta vaccinazione è poi notificata all’Anagrafe Vaccinale Nazionale Covid, che invia alla Regione di residenza le informazioni: un iter tra l’altro differente dalla registrazione dell’immunità nel fascicolo sanitario prevista nella procedura Sogei. E che è a sua volta condizionato alla possibilità che il medico sul portale regionale veda tutte le prestazioni prodotte dall’Asl a livello di tamponi negativi e di vaccini, subito e senza ritardi. Al momento solo in alcune regioni la risposta è positiva. In Toscana, come spiega Alti, «il Mmg può vedere le vaccinazioni dei suoi assistiti ed è abilitato a inserirle nell’anagrafe vaccinale regionale. Può inoltre vedere l’esito dei tamponi covid sia molecolare che antigienici, ed i casi e contatti fra i suoi pazienti inclusi i provvedimenti per loro emessi». Alcuni sindacati medici come Snami denunciano che in base al decreto legge 23 aprile 2021 i medici di famiglia vengono richiesti di produrre il certificato “verde”, in libera professione, non solo per i pazienti direttamente vaccinati ma anche per gli assistiti impossibilitati a procurarlo altrimenti, «si chiede a medico e farmacista di accedere al sistema tessera sanitaria con le proprie credenziali per ottenere il certificato del paziente e scaricarlo. Credo -dice il segretario Gianfranco Breccia – che non sarà l’ultima incombenza impropria che ci viene affidata». La tempestività dei sistemi informativi può però venire incontro nelle regioni che si sono attivate in questo senso. Nel sistema toscano ad esempio la certificazione non è necessaria, «l’utente -spiega Alti- la vede sui referti Covid.sanita.toscana insieme al risultato. Se ve n’è necessità il Mmg informa il suo paziente. Non può però scaricare il referto del tampone». Complessa, ed altrettanto regionalizzata dei compiti dei medici di famiglia, la questione dei vaccini in vacanza. «La mancanza di un’anagrafe nazionale è il maggior ostacolo ad un’informazione capillare ed equa in tutto il territorio nazionale», dice Alti. «È impensabile che nel 2021 si assista ancora a sistemi sanitari che non dialogano fra loro e con i cittadini. Tuttavia, se prima della pandemia la dematerializzazione delle ricette sembrava irraggiungibile, ora in pochi mesi si è realizzata in tutto il territorio nazionale. Confido che anche questa volta si superino barriere più ideologiche che tecniche e si realizzi un sistema nazionale capace di superare i confini regionali».