Assistenza sanitaria di prossimità: il ruolo delle Case di Comunità , degli Ospedali di Comunità, delle Centrali Operative Territoriali e delle Farmacie
E’ emersa successivamente all’evento pandemico, l’esigenza di una rifondazione dell’assistenza sanitaria territoriale, con la programmazione delle “Reti di Prossimità”, quali strutture assistenziali intermedie, al fine di creare un sistema più vicino ai cittadini, in grado di intercettarne le esigenze minimali
La recente crisi pandemica da Covid 19 ha messo a nudo le falle di un Servizio Sanitario Nazionale improntato ad una concezione ospedalierocentrica della tutela della salute, con la sostanziale assenza di una rete assistenziale territoriale.
Tale modello organizzativo, frutto di una logica prettamente aziendalistica, non ha tutelato le necessità assistenziali delle popolazioni, costrette ad accedere alle strutture ospedaliere anche per patologie a bassa intensità di cura.
In molte realtà regionali, inoltre, la programmazione sanitaria ha privilegiato l’attività ospedaliera “in elezione”, sottostimando la necessità delle articolazioni del Dea di Primo e Secondo Livello.
La legislazione ordinamentale statale ha operato una classificazione della rete ospedaliera basata sui bacini di utenza e sugli standard predefiniti ( Articolo 1, comma 169, della Legge N°311/2004; articolo 15, comma 13, lettera “c”, del Decreto – Legge N°95/2012, convertito, con modificazioni, dalla Legge N°135/2012; Decreto del Ministro della Salute del 02 Aprile 2015, N°70;), non tenendo in debito conto le conformazioni geomorfologiche dei territori, i dati epidemiologici di morbilità e comorbilità, la vulnerabilità sociale, gli indici di deprivazione socio- economica.
In tale contesto normativo è venuto meno il principio della continuità Ospedale-Territorio, in ragione di una sanità territoriale sostanzialmente desertificata e di una rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenza basata su standard econometrici, che ha leso il diritto ai livelli minimi ed essenziali di assistenza.
Nelle Regioni storicamente deprivate sul piano dell’assistenza sanitaria, viene avvertita, oltre all’assenza di una valida rete territoriale, anche la mancanza di una confacente rete ospedaliera di base e dell’emergenza/urgenza, rendendo irrealizzato l’obiettivo della continuità ospedale- territorio.
E’ emersa, pertanto, successivamente all’evento pandemico, l’esigenza di una rifondazione dell’assistenza sanitaria territoriale, con la programmazione delle “Reti di Prossimità”, quali strutture assistenziali intermedie, al fine di creare un sistema più vicino ai cittadini, in grado di intercettarne le esigenze minimali.
Negli obiettivi di rifondazione della rete sanitaria territoriale, previsti dal P.N.R.R. – Misura 6 – recepiti con il Decreto del Ministero della Salute del 23 Maggio 2022, N°77 – è prevista la realizzazione, entro il 2026, di 1.288 Case della Comunità, di 381 Ospedali di Comunità, di 602 Centrali Operative Territoriali (COT).
In tale contesto programmatico, un ruolo importante è riservato alla Telemedicina, strumento di grande supporto, soprattutto a favore dei pazienti cronici. Le farmacie, sia pubbliche che convenzionate, dovranno costituire, in una logica assistenziale di prossimità, un vero e proprio “avamposto”.
Il farmacista dovrà essere il referente dell’uso sicuro ed efficace dei farmaci facenti parte del programma terapeutico dell’assistito, in termini di interazione farmacologica, dosaggio e farmacovigilanza. Le farmacie convenzionate, in quanto espressione capillare dei territori, dovranno assumere il ruolo, sotto il profilo giuridico, di presidi di pubblico servizio. La Rete Assistenziale di Prossimità, che vede coinvolti i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, i Medici di Continuità Assistenziale e di Medicina dei Servizi, gli Infermieri di famiglia, gli infermieri di comunità, la rete farmaceutica, pubblica e privata convenzionata, è chiamata, in estrema sintesi, a rendere concreto e fruibile l’obiettivo di un servizio sanitario integrato e solidale, vicino alle comunità.
Resta evidente, peraltro, come la completa realizzazione di una rete assistenziale di prossimità non possa, in alcun caso, prescindere, in una logica di concreta integrazione ospedale-territorio, dalla implementazione di una valida rete ospedaliera di base e dell’emergenza/urgenza, in grado di garantire il soddisfacimento tempestivo delle esigenze del paziente critico.
Tullio Laino
Dirigente Medico in quiescenza dell’ASP di Cosenza
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