Schillaci: “Lavoriamo per assicurare personale alle Case di Comunità. Abbiamo invertito trend, ora più risorse”. E sul Pnrr: “Siamo nei tempi”
Il Ministro della Salute dal palco dell’evento Professioni&Sanità organizzato a Roma da Fratelli d’Italia rivendica i risultati ottenuti in questi primi mesi e rilancia sulle prossime sfide come la congestione dei Pronto soccorso, la digitalizzazione del Ssn, l’attuazione del Pnrr, la carenza di personale e la riforma di Aifa. E poi sull’abolizione del vincolo di esclusività per le professioni del comparto: “Potrebbe essere reso strutturale”.
“Le sfide che abbiamo sono tante, a partire dalla congestione dei Pronto soccorso. Sul PNRR stiamo lavorando affinché ci sia personale qualificato nelle Case di Comunità. Purtroppo, lo dico con amarezza, si è pensato solo alle infrastrutture”. Il ministro della Salute Orazio Schillaci, davanti alla quasi totalità dei rappresentanti delle professioni sanitarie italiane (assente la Fnomceo ndr.) riuniti da Fratelli d’Italia nell’evento Professioni&Sanità presso il Tempio di Adriano a Roma.
Quella del ministro è una rivendicazione di quanto fatto in questi primi mesi di governo, con un occhio alle sfide del futuro, in primis quella della digitalizzazione che il ministro ha definito “la sfida della medicina del terzo millennio”.
Schillaci spiega che “è stata ereditata una situazione difficile” ma oggi, dopo la pandemia Covid, “abbiamo riscoperto il valore del capitale umano della sanità che in questi tre anni si sono sacrificati molto” e ricorda che rispetto agli ultimi dieci anni è stato invertito il trend.
L’ex rettore di Tor Vergata snocciola numeri: ricorda gli 8,5 miliardi di euro stanziati fino al 2025 in legge di Bilancio. E tra le misure di cui il ministro si dice orgoglioso, c’è il finanziamento del Piano oncologico con 50 milioni di euro.
“Durante gli anni del Covid l’oncologia è stata trascurata, con interventi ed esami saltati durante la pandemia. La prevenzione oncologica è al centro dell’attività del ministero, ci occuperemo dello screening del tumore al polmone”, ha chiarito il Ministro.
Il ministro poi ha ricordato i 120 milioni di euro stanziati per il piano di contrasto all’antibiotico resistenza, la riforma degli IRCCS e i decreti sul comitato etico per la ricerca sanitaria attesi dal 2014 oltre alla riforma AIFA che definisce “fondamentale: abbiamo deciso di avere un Aifa più moderna e più vicina alle richieste del cittadino e di chi fa ricerca in modo che i nuovi farmaci possano essere messi a disposizione dei cittadini nei tempi più brevi possibili”
E sul Pnrr ha rassicurato: “Siamo perfettamente nei tempi. Non vogliamo sprecare nulla”.
Il ministro, che ha parlato davanti ai presidenti delle principali federazioni delle sanità (dalla FNOPI alla CNOP, dalla FNOVI e FNO TSRM PSTRP al CNOAS e poi esponenti del mondo sindacale come i rappresentanti di FIMMG, FEDERFARMA, SUMAI), ha voluto ricordare anche le misure contenute nel Decreto Bollette dove ci sono interventi su medici gettonisti, aggressioni agli operatori sanitari e incentivi agli operatori del pronto soccorso. E per i professionisti della sanità arriva l’annuncio che lo stop al vincolo di esclusività, ora fissato al 31 dicembre 2025, potrebbe essere reso strutturale. “Si dimostrerà l’utilità fino a farlo renderlo strutturale. É un intervento particolarmente significativo”.
Schillaci ha poi ricordato le misure per contestare il fenomeno dei medici a gettone che “discrimina i professionisti della sanità” e le misure per i professionisti sanitari che lavorano nell’emergenza urgenza: “Abbiamo anticipato al primo giugno 2023 l’aumento della tariffa oraria per il lavoro aggiuntivo, ma su base volontaria, per i lavoratori dell’emergenza urgenza. Appena possibile cercheremo di allargare questo beneficio a tutti gli altri operatori. E poi abbiamo previsto un regime pensionistico più favorevole, perché é diventata una professione usurante.
Sul payback ha ricordato che “si tratta di una misura risalente al 2015 di cui abbiamo cercato di mitigare gli effetti”.
L’ex rettore di Tor Vergata ha poi sottolineato che i professionisti sanitari italiani hanno gli stipendi più bassi d’Europa ma lo sviluppo di carriera “é anche un problema di organizzazione, servono percorsi migliori e più ampie opportunità di crescita professionale”.
Infine il tema delle aggressioni agli operatori sanitari, fenomeno cresciuto enormemente negli ultimi mesi: “Circa il 70 per cento riguarda le donne. Gran parte vede come vittime gli infermieri. Abbiamo previsto pene più severe anche per lesioni non gravi ma soprattutto procedibilità d’ufficio per chi aggredisce. Con il Ministero dell’Interno potenzieremo i presidi di polizia all’interno degli ospedali”.
All’evento hanno partecipato alcuni dei massimi dirigenti di Fratelli d’Italia, dai capogruppo a Camera e Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, al presidente della commissione Sanità e Lavoro Francesco Zaffini fino alla responsabile del Dipartimento professioni Marta Schifone. Dal palco ha parlato anche il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che ha spiegato come sulla riforma della sanità territoriale interverranno delle modifiche all’impianto pensato dal DM77: “Nel PNRR ci sono 15,6 miliardi per la sanità, sono previste 1350 case di comunità e 400 ospedali di comunità. Ma chi mettiamo all’interno delle case di comunità?”. Un modello che così com’è non funziona per Gemmato: “Ci stiamo interrogando su cosa cambiare, dovranno diventare degli hub sanitari dove porteranno un contributo gli studi di medicina generale e le farmacie del territorio”
Per il sottosegretario, che è anche responsabile sanità del partito di Giorgia Meloni, il “Ssn ha più di 40 anni, serve un check di quello che non va” e poi rivendica i fondi stanziati per la sanità “dopo un definanziamento di 37 miliardi in dieci anni”.
Gemmato ha ricordato l’approvazione del Piano per le malattie rare fermo al 2016 e poi ha parlato del lavoro per rilanciare e l’industria farmaceutica italiana: “Abbiamo inaugurato un tavolo per mettere in sicurezza l’industria farmaceutica italiana che oggi fattura 34 mld di euro ed é prima in Europa. Il payback sta allontanando gli investimenti sulle molecole più complesse. L’industria farmaceutica deve tornare ad investire in Italia. Noi oggi importiamo l’80 per cento dei principi attivi farmaceutici. In caso di una crisi internazionale con Cina e India non avremmo eccipienti e principi attivi anche per produrre farmaci salvavita. Dobbiamo rendere l’Italia indipendente anche dal punto di vista farmaceutico”.
“Il percorso che ci ha portati qui inizia da lontano ed è figlio di quella coerenza che dal 4% ci ha fatti arrivare al Governo. Oggi siamo il partito che guida la maggioranza e possiamo dire con orgoglio di avere trasformato la progettualità in fatti concreti. Il mondo delle professioni è sempre stato per la destra un riferimento. Tutte le professioni, in particolare quelle sanitarie, sono per Fratelli d’Italia un modello valoriale. In questi primi mesi di governo abbiamo realizzato una serie di interventi volti a valorizzare l’enorme patrimonio di competenze che, insieme a deontologia ed etica, sono i valori che da sempre accomunano la destra e il comparto libero-professionale italiano. Con Fdi al Governo siamo passati dalle parole ai fatti. In noi continuerete a trovare sempre questo, il retroterra della nostra cultura politica è fatto di ascolto, elaborazione e sintesi ”. Così Marta Schifone, responsabile nazionale professioni di Fdi.
Giovanni Cedrone
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