Autonomia differenziata. “In attesa dei Lep si userà criterio spesa storica, nessuna Regione riceverà meno risorse”. Question time di Ciriani
“Il criterio della spesa storica già sostenuta per le funzioni attribuite in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione non altera, anche ove applicato in via transitoria, fino alla compiuta determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, la distribuzione delle risorse per le altre regioni o aree del Paese, né incide sui fondi perequativi”. Così il ministro per i Rapporti con il parlamento rispondendo alla Camera a Caso (M5S).
“In base alle ipotesi di lavoro predisposte dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, il criterio della spesa storica già sostenuta per le funzioni attribuite in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione non altera, anche ove applicato in via transitoria, fino alla compiuta determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i LEP, la distribuzione delle risorse per le altre regioni o aree del Paese, né incide sui fondi perequativi. Nessuna regione potrà ricevere meno risorse rispetto a quelle attuali, nessuna regione potrà riceverne di più”.
Così il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha risposto oggi pomeriggio alla Camera al question time sul tema delle autonomie presentato da Antonio Caso (M5S).
Di seguito la risposta integrale del ministro Ciriani.
“Colleghi deputati, rispondo agli interroganti sulla base degli elementi che mi ha fornito il Ministro Calderoli, che si scusa perché non può essere presente nella seduta odierna. Il Ministro nominato ha dato avvio a quello che – per utilizzare le parole che il Presidente del Consiglio ha usato in sede di esposizione alla Camera del programma di Governo – è un processo virtuoso di autonomia differenziata, già avviato da diverse regioni italiane, secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà in un quadro di coesione nazionale. È comunque condivisa dall’intero Governo l’esigenza di colmare l’attuale e inaccettabile divario infrastrutturale, che peraltro non consegue certo a una disposizione costituzionale (l’articolo 116, terzo comma) rimasta finora inattuata. In questa cornice, il Ministro Calderoli ha quindi avviato una serie di confronti preliminari con le singole regioni e poi con la Conferenza delle regioni, in ossequio al principio costituzionale di leale collaborazione, un principio che il Governo intende attuare anche e soprattutto nei confronti del Parlamento, sede primaria attraverso cui si manifesta la sovranità popolare. Proseguendo lungo la scelta di metodo già avviata dai precedenti due Governi, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie si è dunque confrontato con le regioni su una bozza di lavoro relativa a un disegno di legge di attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, quale fase preliminare che precede l’ulteriore negoziato sulle singole intese. L’opzione per il disegno di legge di attuazione persegue un duplice obiettivo: disciplinare in modo armonico e omogeneo la procedura per il raggiungimento delle diverse intese in costante dialogo con il sistema delle autonomie territoriali e favorire il confronto parlamentare, in modo da evitare che le intese, una volta concluse, possano precludere un’attenta valutazione sui contenuti da parte delle Camere.
In merito alle preoccupazioni espresse dagli interroganti, si ritiene che esse non abbiano ragione di essere in quanto, in base alle ipotesi di lavoro predisposte dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, il criterio della spesa storica già sostenuta per le funzioni attribuite in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione non altera, anche ove applicato in via transitoria, fino alla compiuta determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i LEP, la distribuzione delle risorse per le altre regioni o aree del Paese, né incide sui fondi perequativi. Nessuna regione potrà ricevere meno risorse rispetto a quelle attuali, nessuna regione potrà riceverne di più. La Commissione paritetica tra Stato e singole regioni svolgerebbe una funzione istruttoria, ai fini della definizione dell’intesa, sul cui schema preliminare – come già detto – verrebbe poi richiesto il pieno coinvolgimento del Parlamento. Le materie oggetto di intesa sono definite e indicate dall’articolo 116.
Chiedo ancora 30 secondi, concluderò molto velocemente. Dicevo che le materie oggetto di intesa sono sottoposte poi al negoziato con il Governo e alla valutazione del Parlamento. Non vi è dubbio che sia riservata allo Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e, in questa prospettiva, è volontà del Governo di introdurre misure acceleratorie per la loro determinazione entro un termine ragionevole, proprio al fine di colmare il perdurante ritardo denunciato dalla Corte Costituzionale. Si tratta, nel complesso, tanto per i LEP, quanto per l’articolo 116, di assicurare l’attuazione di disposizioni di rango costituzionale a distanza di oltre ventun anni dalla riforma del Titolo V della parte II della Costituzione, in conformità – e ho concluso – ai principi fondamentali di cui all’articolo 5, che coniuga unità e indivisibilità della Repubblica con autonomia e decentramento”.
In sede di replica, questa la risposta di Gilda Sportiello (M5S): “Ministro, in realtà la sua replica, che ho ascoltato con molta attenzione, non fa altro che confermare i nostri timori e le nostre paure. Il provvedimento per l’attuazione dell’autonomia differenziata in realtà è un punto di non ritorno per il nostro Paese; è un provvedimento che, così pensato, non fa altro che aumentare i divari e le diseguaglianze che già esistono nel nostro Paese e che invece, in quest’Aula, dovremmo sforzarci tutti trasversalmente di combattere e non di aumentare con questo provvedimento. Un esempio su tutti: la sanità. Il nostro Servizio sanitario nazionale è un’eccellenza in tutto il mondo, eppure vediamo che spesso rimane nazionale solo su carta, perché ci sono alcune regioni in cui il diritto alla salute non è tutelato e non è garantito come in altre. Le do un dato che mi auguro possa essere di riflessione per lei e per tutto il Governo.
L’Atlante per l’infanzia pubblicato da Save the Children solo qualche giorno fa riporta un dato sconcertante tra i tanti: la speranza di vita in buona salute ha un divario di più di 12 anni tra chi nasce in Calabria e chi nasce nella provincia di Bolzano. Ma è questa la priorità del Governo? È questo che vogliamo per questo Paese soprattutto in questo momento storico? L’attuazione dei LEP deve avvenire prima che si pensi anche soltanto all’autonomia differenziata perché il criterio della spesa storica, a cui sembrate tanto affezionati non ha fatto altro in realtà che aumentare le diseguaglianze perché dà di più a chi ha di più e lascia indietro chi non ha le possibilità di attuare determinati servizi. Ci mancherebbe anche che quelle risorse venissero abbassate ulteriormente! Sono il minimo indispensabile. Non si può parlare di autonomie senza prima definire i LEP, senza prima parlare di fondi perequativi e senza pensare a un pieno coinvolgimento del Parlamento che, stando alle bozze, voi vorreste tenere al margine soltanto con dei pareri. Il Parlamento ha tutto il diritto e fa specie che una forza politica come la vostra, che ha rivendicato la centralità del Parlamento, quando il Parlamento invece era centrale, adesso invece vuole esautorarlo da una scelta così importante che cambia l’assetto del nostro Paese.
Concludo, Presidente. Di cosa ha bisogno il Paese? Il Paese ha bisogno di combattere le diseguaglianze, di combattere i divari, di una visione unitaria che dia coesione, che non alimenti altre frammentazioni nazionali. Quindi, io credo che il MoVimento 5 Stelle – e lo affermo con decisione – non sarà mai dalla parte di chi i divari e le diseguaglianze non li combatte ma li aumenta”.