Competenze avanzate. Finalmente sancito il diritto alla “carriera” anche per le professioni sanitarie
Certamente il documento delle Regioni non è perfetto ma esiste, prima c’era il nulla a livello nazionale. Ed è certamente, se non perfettibile, migliorabile dal confronto con Ordini e Sindacati. E ora spetterà a loro mettere a profitto il risultato ottenuto nell’interesse primario di quell’individuo fruitore del diritto alla salute citato nell’articolo 32 della nostra stupenda Costituzione
Ho aspettato qualche giorno per commentare l’evento per far prevalere uno stato di serena ragionevolezza e ponderazione rispetto all’euforia iniziale, che penso di meritare di provarla: finalmente le Regioni e le Province Autonome, all’unanimità, hanno approvato nella seduta della loro Conferenza del 20 febbraio il documento che rende spendibile, esigibile e attuabile la novità storica e discontinua della carriera “anche di tipo professionale” per le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e di ostetrica nonché della professione sociosanitaria di assistente sociale, novità attivata dall’introduzione dell’incarico di professionista esperto nel contratto nazionale del personale del SSN.
Come ho più volte scritto su questa autorevole quotidiano ci sono voluti quarant’anni per dar corso a questa iniziale carriera professionale ed ora con l’approvazione di questo documento da parte delle Regioni si indicano norme omogenee e il percorso partecipativo con le rappresentanze ordinistiche e sindacali delle professioni interessate per dar corso all’attuazione del CCNL del comparto sanità per quanto attiene agli incarichi professionali.
Va reso merito alle Regioni che hanno formulato la proposta e alle Regioni e alle Province Autonome, tutte nessuna esclusa, che l’hanno approvato, è evidente che tra loro non è presente il Re Tentenna, regnante per troppo tempo in altre realtà pubbliche.
A tal proposito non ho più notizie dei master specialistici approvati in pompa magna dall’Osservatorio sulle professioni sanitarie presso il Miur che avrebbero dovuto dar corso all’attuazione dell’incarico di professionista specialista in attuazione dell’articolo 6 della legge 43/06…qualcuno è in grado di colmare questa mia, ma non solo mia, lacuna conoscitiva…
Eppure, il Patto per la Salute indica come obiettivo strategico per le professioni sanitarie e sociosanitarie, quelle della legge 251/00 per intenderci, l’attuazione di quanto prevede il contratto nazionale per gli incarichi professionali sì di esperto ma anche di specialista; per il primo avviato il percorso e per il secondo non si hanno notizie certe…
Non amareggiamoci troppo; costituisce, intanto, un grande progresso il documento delle Regioni del 20 febbraio, perché la strada è aperta, si può andare avanti ed oltre…ora che è spianata non ci sono più scuse per dubbi o ripensamenti per dar corso all’attuazione di una parte del CCNL che nel valorizzare i professionisti interessati ma, soprattutto, dà risposte a chi usufruisce del SSN per prestazioni sanitarie e sociosanitarie più adeguate e maggiormente rispondenti ai nuovi bisogni di salute, come, giustamente ed opportunamente, hanno indicato Stato e Regioni nell’approvare recentemente il nuovo Patto per la Salute.
Con questo atto, si può, innanzitutto dare merito e riconoscimento normativo ed economico a chi le competenze avanzate già le fa da tempo, in virtù di formazione regionale pregressa, e che per averle fatte ha permesso che nel CCNL si desse vita all’incarico professionale di esperto, nonché si può mettere in condizione le altre Regioni di estendere il modello in forma omogenea nonché tutte le Regioni a sviluppare implementandole le competenze di queste professioni sanitarie e sociosanitarie secondo le scelte di soddisfacimento dei bisogni di salute individuali e collettivi come indicato dal Patto per la Salute ed i conseguenti Piani Nazionali e Regionali attuativi dello stesso.
Certamente il documento non è perfetto ma esiste, prima c’era il nulla a livello nazionale ed è certamente, se non perfettibile, migliorabile dal confronto con Ordini e Sindacati, come indicato dallo stesso documento. Ora spetterà a loro mettere a profitto il risultato ottenuto nell’interesse primario di quell’individuo fruitore del diritto alla salute citato nell’articolo 32 della nostra stupenda Costituzione.
L’implementazione di queste competenze per le professioni sanitarie e sociosanitarie regolamentate dalla legge 251/00 sono l’emersione e lo sviluppo di una loro potenzialità professionale che trova la legittimazione dal combinato disposto delle leggi 42/99, 251/00, 43/06, 84/93 e da d.lgs. 15/16, per chi non le conosce o ha una conoscenza superficiale consiglio di leggerle con accuratezza, sono potenziali competenze ”carsiche” che possono emergere e svilupparsi quando le si mette in condizione di vedere la luce.
Saverio Proia