Competenze professionali. Pace tra gli Ulivi? (prima parte) DI SAVERIO PROIA
fonte quotidianosanita
Dopo anni di…diciamo incomprensioni, per mantenere un tono gentile e moderato…è arrivata la pace tra gli ulivi, in omaggio alla regione (la Puglia) del Presidente Anelli; ora con maggiore chiarezza e senza alcun retropensiero può riprendere e proseguire il cammino intrapreso da tutte le rappresentanze ordinistiche delle professioni sanitarie e sociosanitarie
Tutto è bene quel che finisce bene: il carteggio pubblico e non tra il Presidente della FNOMCEO Filippo Anelli ed i sindacati e gli ordini rappresentativi delle professioni sanitarie hanno permesso di chiudere con eleganza e garbo istituzionale una polemica durata troppi anni, basata sul pregiudizio, mai dimostrato, che l’implementazione di competenze per queste professioni presupponesse un reato di lesa maestà medica, esattamente il contrario.
Dopo anni di…diciamo incomprensioni, per mantenere un tono gentile e moderato…è arrivata la pace tra gli ulivi, in omaggio alla regione (la Puglia) del Presidente Anelli; ora con maggiore chiarezza e senza alcun retropensiero può riprendere e proseguire il cammino intrapreso da tutte le rappresentanze ordinistiche delle professioni sanitarie e sociosanitarie, grazie anche all’iniziativa giusta e coraggiosa della stessa FNOMCeO, che in forma così apprezzabile ed unica e mai verificatasi sinora hanno intrapreso non solo per la difesa ma anche per il rilancio del nostro SSN solidaristico ed universalistico…e poi c’è chi racconta che gli ordini sono corporativi, in sanità pare proprio di no.
Penso che sia doveroso che in questa vicenda intervenga, visto che questo carteggio è scaturito da un mio articolo che con entusiasmo, meritato visto quanto pane e cicoria ho dovuto mangiare per vedere l’inizio di un processo, purtroppo ancora limitato in una Regione sola del nostro Nord Est, che si persegue da quasi quarant’anni, se non oltre.
Ho già descritto in un precedente articolo che solo grazie all’ultimo rinnovo contrattuale del comparto sanità, un obiettivo che per la solita massaia di Voghera doveva essere ovvio e scontato e cioè che un professionista della salute, un infermiere, un’ostetrica, un tecnico sanitario, un fisioterapista… non più ausiliario, con formazione universitaria e già con un profilo professionale ed una legge (la 251/00) che ne descrive un potenziale professionale ad ampio spettro operativo, in un contesto, quale è la sanità, in continua evoluzione scientifica e tecnologica ed in un quadro epidemiologico e demografico in veloce mutazione, dovesse arricchire, implementare e specializzare le proprie competenze professionale per rispondere a tale evoluzione ed ai nuovi bisogni di salute…tutto qua, ma quale esproprio proletario di competenze…
Nuove competenze che, tra l’altro, visto la normativa vigente gli infermieri e gli altri professionisti sanitari se ne assumono la diretta e personale responsabilità, con un carico di lavoro maggiore (si tratta di compiti aggiuntivi e diversi da quelli già propri) dopo un corso di formazione universitario/regionale teorico e pratico, con un riconoscimento contrattuale ancora da garantire concretamente nella stragrande maggioranza delle aziende sanitarie.
Tutto si può leggere al contrario e viceversa, noi scriviamo da destra a sinistra, ma sull’altra sponda del Mare Nostrum si scrive da sinistra a destra: il solito maligno dice che le competenze avanzate sono quelle avanzate ai medici e che le lasciano fare agli infermieri certo, invece, che rileggendo al contrario sono implementazione di competenze per gli infermieri.
Ora che finalmente si è tutto chiarito, spero e auguro, tra FNOMCeO e rappresentanze ordinistiche e sindacali delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione di ostetrica, vorrei ricordare alcuni passaggi che sono stati “offuscati”, si lo so è un eufemismo, da incomprensioni.
Innanzitutto, già dal 1994 nel varare i decreti sui profili professionali in attuazione del terzo comma dell’articolo 6 del dlgs 502/92, prevedeva l’emanazione di ulteriori decreti ministeriali che avrebbero dovuto regolamentare la formazione complementare e le competenze in aree professionali specialistiche, purtroppo questa norma rimase disattesa colpevolmente; dopo aver conquistato l’abolizione del mansionario, l’autonomia professionale, i servizi gestiti da dirigenti espressione delle stesse professioni, si poteva riprendere la bandiera della crescita professionale e riuscii a far inserire nella legge 43/06 Tomassini-Bettoni nell’articolo 6 la carriera del professionista prevedendo anche il professionista specialista a cui si accede a seguito del possesso del relativo master specialistico, anche questo dormiente sino alla stipula del vigente CCNL del personale del SSN: solo 12 anni per iniziare a vedere la luce fuori dal tunnel, però ancora da lontano …
Nel frattempo alcune Regioni, in assenza di una capacità di indirizzo del Ministero, attivavano varie esperienze di implementazione di competenze: la più rilevante fu ed è il SEE AND TREAT negli ospedali della Regione Toscana prevedendo l’affidamento ad infermieri la gestione di alcuni tipi di codici bianchi e verdi dopo un corso di formazione e protocolli concordati con la professione medica e quella infermieristica tramite i loro rappresentanti ed approvati dal Consiglio Sanitario Regionale, presieduto dall’allora Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Antonio Panti
Metodo di concertazione tra rappresentanze delle professioni interessate, ovviamente nel caso specifico tra professioni medica ed infermieristica, viene elevato a modello comportamentale essendo il più giusto ed il più vincente, come giustamente afferma il Presidente Anelli, metodo che diventerà legge di stato con il mitico comma 566, mai abrogato nonchè riaffermato nell’Atto di indirizzo all’Aran da parte del Comitato di Settore Regioni-Sanità, approvato dalla Conferenza delle Regioni e dal Consiglio dei Ministri…più ufficializzazione di così…si lo so, ci siamo dimenticati di ufficializzarlo con il Parlamento Europeo, l’Assemblea dell’ONU e di scomodare anche Papa Francesco perché lo inserisse in un sua Enciclica, Papa, che tra l’altro ha affermato che se Dio fosse un uomo avrebbe il volto di un infermiere…ma, se serve ci si potrebbe provare…
A seguito di una richiesta delle Regioni il Ministero della Salute attivò un tavolo tecnico, che mi si chiese di coordinare, per individuare le modalità al fine di implementare le competenze degli infermieri e delle altre professioni di cui alla legge 251/00 e di attivare il professionista specialista di cui all’art.6 della legge 43/06.
Si giunse ad uno schema di accordo Stato-Regioni, da quest’ultime condiviso, che il Ministro Balduzzi stava per portare all’approvazione ma cadde il Governo Monti, i tre Governi successivi, nonostante le richieste delle Regioni, dei sindacati del comparto sanità e delle rappresentanze professionali interessate non lo portarono mai all’approvazione, il coraggio, anche quello politico, se uno non ce l’ha non ce l’ha…
Nel merito del metodo lo schema di Accordo Stato-Regioni” prevedeva che:
“omissis …Il metodo di confrontare e concordare al presente Accordo, in relazione alle aree di intervento di cui all’articolo 2, definisce le modalità e i percorsi validi su tutto il territorio nazionale per riconoscere e promuovere lo sviluppo delle competenze e delle responsabilità professionalidell’infermiere e dell’infermiere pediatricoal fine di favorire lo sviluppo delle funzioni professionali in correlazione con gli obiettivi di educazione, prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione previsti dalla programmazione sanitaria nazionale e regionale
.omissis
1. Le regioni e le province autonome, previo confronto con le rappresentanze professionali e sindacali, definiscono, all’interno del processo di accreditamento professionale, i criteri per lo sviluppo delle competenze degli infermieri e la conseguente revisione dei modelli organizzativi, sia ospedalieri che territoriali, a iniziare dall’organizzazione dei presidi ospedalieri per intensità di cure e dai modelli per complessità assistenziale, in relazione alle esigenze regionali e professionali.
2. Con riferimento al comma 2, le regioni e le provincie autonome, sulla base di una specifica intesa con le rappresentanze sindacali e professionali, definiscono, in collaborazione con l’università, entro 180 giorni dall’approvazione del presente Accordo, i percorsi attuativi e i criteri per riconoscere pregresse specifiche esperienze, nonché i percorsi formativi da effettuarsi in ambito regionale o aziendale, anche ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi universitari (CFU).
omissis
Art. 5
(Governo dell’evoluzione professionale, formativa e organizzativa nel Ssn)
1. Per promuovere lo sviluppo omogeneo delle competenze professionali e dei conseguenti modelli organizzativi nel Servizio sanitario nazionale nonché per promuovere e diffondere le buone pratiche nonché per disincentivare modelli che non abbiano prodotto miglioramenti in termini di efficacia ed efficienza, presso il Ministero della salute è istituito l’Osservatorio nazionale delle buone pratiche professionali e organizzative, cui partecipano i rappresentanti del Ministero della salute, i rappresentanti delle regioni, le rappresentanze professionali e sindacali. L’Osservatorio, valutata la documentazione pervenuta ai sensi dell’articolo 3, esprime pareri motivati al fine di promuovere lo sviluppo omogeneo nel Servizio sanitario nazionale. L’Osservatorio ha facoltà di organizzare i propri lavori secondo le modalità operative e le priorità che riterrà opportuno individuare. Il Ministero della salute è incaricato della diffusione dei pareri dell’Osservatorio.”
Quindi in quel schema di Accordo già c’era tutta la metodologia che, giustamente, il Presidente Anelli richiede e cioè la compartecipazione, la concertazione e l’auspicabile condivisione nelle scelte di implementazione delle competenze con tutte le rappresentanze sia ordinistiche che scientifiche nonché sindacali delle professioni interessate, compresa, ovviamente, quelle dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Metodologia che fu positivamente e brillantemente adottata e realizzata nell’altro schema di Accordo Stato Regioni riguardante la professione di tecnico sanitario di radiologia medica: infatti la definizione delle competenze avanzate e specialistiche di questa professione fu affidata alle scelte autonome dell’allora Federazione dei collegi TSRM, alle società scientifiche mediche e dei fisici sanitari dell’area radiologica ed al sindacato dei medici radiologi.
I contenuti di quell’intesa furono condivisi dalle Regioni, ma purtroppo, neanche questo schema di Accordo, nel quale erano previsti, fu portato dal Ministero all’approvazione in Conferenza Stato Regioni, nonostante che questo modello esemplare di partecipazione e di coinvolgimento attivo di tutte le professioni interessate si sarebbe voluto ripetere per gli altri profili professionali interessati.
Poi come è noto il MEF costrinse il Governo per anticipare il non mai attuato articolo 22 del precedente Patto per la salute sulla valorizzazione delle professioni sanitarie a far approvare il comma 566 che, se è vero che né fu modificato né attuato, però stabilisce con legge di stato che le competenze avanzate e specialistiche sono individuate previa concertazione tra le rappresentanze professionali, scientifiche e sindacali delle professioni interessate, comprese quelle mediche e questa è legge di stato.
Certamente il comma 566 è stato oggetto di critiche, perlopiù strumentali, e di incomprensioni ma, come ha sancito in una sentenza del Tar Lazio nella prima parte contestata la giustizia amministrativa l’ha definita una tutela per la professione medica, ma anche questa è un’altra storia…però senza il comma 566 forse non si sarebbero neanche attuati gli incarichi di professionista esperto e specialista.
L’altra leggenda metropolitana o come si dice ora l’altra fake news per cui gli infermieri e le altre professioni sanitarie vogliano o possano invadere l’essenza professionale dei medici oltre che impossibile è destituita da un Accordo Stato Regioni per me stupendo ma che l’ignavia della politica non ha voluto attuare, per la presunta ostilità di una parte del sindacalismo medico, e cioè l’istituzione della Cabina di Regia del SSN tra Ministero, Regioni, Ordini e Sindacati , che nel testo prevede che:
1. “ Omissis.. L’attività della cabina di regia dovrà basarsi sui seguenti presupposti:
a. II processo di innovazione nell’organizzazione del lavoro in sanita si realizza inmodoplurale, anche con il concorso di più professioni che attuano, inautonomia,responsabilità e competenza, la salvaguardia della salute dei cittadini;
b. II ruolo e le responsabilità diagnostiche e terapeutiche, sono in capo ai mediciancheper favorirne l’evoluzione professionale a livello organizzativo eordinamentale; omissis “
Ed ora, giustamente, il Presidente della FNOMCEO richiede al Ministro Speranza l’istituzione di una Conferenza Permanente delle Professioni Sanitarie, speriamo che venga accolta ma soprattutto attuata; pensate come sarebbe cambiato il clima tra le professioni, le Regioni e lo Stato se questo Accordo sulla cabina di regia fosse stato realizzato.
Saverio Proia
Fine prima parte