Contrasto alle liste d’attesa, potenziamento personale sanitario e sostegno alla farmacia dei servizi. Ecco l’Atto di indirizzo 2023 del Ministero della Salute
Portare a termine l’iter del decreto tariffe per assicurare un’omogenea applicazione dei Lea su tutto il territorio nazionale. Smaltire le liste d’attesa attraverso la riorganizzazione dei processi di governo, introducendo modelli e standard per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale del percorso assistenziale del paziente. Puntare alla valorizzazione del capitale umano, incentivando tutti i professionisti sanitari impegnati nel Ssn. Questi alcuni degli impegni presenti nel documento. IL TESTO
Garantire le risorse necessarie allo sviluppo dell’assistenza territoriale e ospedaliera, valorizzare il ruolo dei professionisti sanitari impegnati nell’ assicurare le cure, portare a termine l’iter del decreto tariffe per assicurare un’omogenea applicazione dei Lea su tutto il territorio nazionale. E, proprio attraverso i Lea sarà messa in atto una strategia che avrà il duplice obiettivo di governare la spesa pubblica e di realizzare il principio fondamentale di universalismo egalitario del Ssn in un contesto di decentramento di governo.
Questi solo alcuni dei principali impegni previsto dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, e riportati nell’Atto di indirizzo 2023 pubblicato oggi dal dicastero di Lungotevere Ripa. Vediamo più nel dettaglio qui cosa si prevede.
Uno dei temi oggetto di attenzione sarà la gestione delle liste di attesa che potrà essere migliorata nei tempi “attraverso la riorganizzazione dei processi di governo, introducendo modelli e standard per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale del percorso assistenziale del paziente”. Si dovrà inoltre investire risorse strategiche sui piani nazionali che costituiscono la risposta sistemica alle tematiche di salute concernenti la cronicità, le malattie rare, le cure palliative e la terapia del dolore, il contrasto all’antibiotico resistenza, la prevenzione vaccinale, le emergenze sanitarie, la prevenzione e il contrasto del cancro.
Si accennava inizialmente al personale sanitario, ebbene in questo ambito “bisognerà puntare anche alla valorizzazione del capitale umano, incentivando tutti i professionisti sanitari impegnati nel Ssn, quali principali attori e leve per lo sviluppo e il funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali, assicurando le risorse necessarie a migliorarne le condizioni di lavoro”.
Quanto al territorio, saranno messe in campo iniziative per “sostenere il ruolo delle farmacie, quale presidio diffuso capillarmente sul territorio nazionale, nella erogazione dei servizi assistenziali e delle prestazioni professionali in risposta alle esigenze di salute”. Un aiuto importante sarà rappresentato dal Pnrr, la Missione 6 – Salute, qui troveranno spazio gli interventi di investimento e riforma da realizzarsi entro il 2026 finalizzati al
miglioramento delle dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, alla promozione della ricerca e dell’innovazione nonché allo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale.
In particolare, spiega Schillaci in premessa, “sono previsti interventi finalizzati alla creazione di strutture e presidi territoriali, come le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali, rispondenti ai requisiti e agli standard del DM 77 del 2022, al rinnovamento e all’ammodernamento delle strutture tecnologiche, alla transizione digitale, al completamento e alla diffusione del fascicolo sanitario elettronico, al rafforzamento degli strumenti di telemedicina e dell’assistenza domiciliare, al miglioramento della capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza attraverso più efficaci sistemi informativi. Inoltre, sono destinate risorse anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del Ssn, anche mediante il potenziamento della formazione del personale”.
E ancora si ricorda come, con la Decisione di esecuzione della Commissione Europea C (2022) 8051 del 4 novembre 2022 sia stato approvato il Programma Nazionale Equità nella salute previsto nell’accordo di partenariato dell’Italia sulla Programmazione della politica di coesione 2021-2027. Il Programma interviene nelle sette Regioni del Mezzogiorno – Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – per rafforzare i servizi sanitari e rendere più equo l’accesso, anche nell’ottica di sviluppare un’azione di sistema e di capacitazione dei sistemi sanitari regionali dell’area. Il Programma indica quattro aree di intervento: contrastare la povertà sanitaria; prendersi cura della salute mentale; porre il genere al centro della cura; assicurare una maggiore copertura degli screening oncologici.
Altro tema di interesse riguarda gli enti vigilati per i quali saranno messe in campo iniziative per la revisione, puntando ad un adeguamento delle relative strutture alle esigenze e alle evoluzione delle funzioni che gli stessi sono chiamati ad assolvere. In ultimo, saranno promosse e sostenute iniziative attinenti alla sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano.
La politica sanitaria del prossimo triennio, in termini di opportunità e vincoli, andrà ad incidere sulle seguenti macroaree:
1. Rafforzamento del sistema di prevenzione a garanzia del benessere del cittadino, anche mediante politiche che mirano a promuovere l’invecchiamento attivo e a prevenire e sostenere le fragilità;
2. Sostenere politiche innovative in materia di ricerca sanitaria, anche mediante il potenziamento del sistema delle reti e la promozione del trasferimento tecnologico;
3. Sviluppo di politiche internazionali per la creazione di uno spazio europeo della salute con un ruolo propulsivo dell’Italia;
4. Ridurre le disuguaglianze tra le regioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), promuovendo una più stretta integrazione tra ospedale e territorio, al fine di una maggiore soddisfazione di bisogni sanitari, accessibilità ai servizi, tempi di attesa e appropriatezza delle prescrizioni;
5. Valorizzare i professionisti sanitari, anche dando adeguato riconoscimento alle prestazioni svolte e compensando maggiormente le funzioni per le quali si registrano carenze, tra cui i servizi di pronto soccorso;
6. Implementare il Fascicolo sanitario elettronico e incentivare la diffusione e lo sviluppo della Telemedicina;
7. Favorire l’innovazione tecnologica nel campo dei dispositivi medici, attraverso un adeguamento delle dotazioni infrastrutturali degli enti del SSN; ridefinire le politiche nel campo delle sperimentazioni cliniche e rafforzare il sistema delle farmacie;
8. Promozione di interventi per il benessere animale e a tutela della sicurezza degli alimenti;
9. Accrescere la conoscenza degli utenti sui temi prevalenti di salute pubblica, con la promozione di apposite campagne informative rivolte alla prevenzione primaria e secondaria e al contrasto della disinformazione;
10. Modificare l’organizzazione ministeriale al fine di rafforzarne l’efficienza.
Insieme all’Atto di indirizzo è stata inoltre pubblicata la direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione.
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