Corsi laurea professioni sanitarie: in crescita domande per medici, stazionarie quelle per le altre professioni sanitarie. Sbocchi professionali in aumento per attività libero professionale
fonte quotidianosanita
Rispetto agli anni accademici precedenti il rapporto segnala una diversa percentuale nella ripartizione dei posti fra Lauree triennali e Magistrali a ciclo unico che quest’anno va per il 68% alle professioni sanitarie, il 29% a medicina e chirurgia e il 3% a odontoiatria. Ecco tutti i numeri del Report annuale della Conferenza nazionale dei Corsi di laurea delle Professioni sanitarie curato da Angelo Mastrillo. IL RAPPORTO.
Resta quasi invariato il numero delle domande di ammissione ai 22 corsi di laurea delle professioni sanitarie con 79.155 rispetto alle 79.450 dello scorso anno (-0,4%). Al contrario continua a crescere (+4,1%) il numero delle doman-de per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico di Medicina e Chirur-gia e di Odontoiatria: da 90.806 dello scorso anno agli attuali 94.499, mentre era stato del +2,4% fra il 2018 e il 2017, da 88.680 a 90.806.
È quanto emerge dai dati rilevati dalla Conferenza nazionale dei Corsi di laurea delle Professioni sanitarie per l’anno accademico 2019-2020, presieduta da Luisa Saiani ed elaborati da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza, con la collaborazione delle Università sedi di Facoltà/Scuola di Medicina e Chirurgia.
Per le Professioni Sanitarie si rileva un aumento dei fabbisogni formativi da parte di tutte le Regioni con +1.698 posti (+7,2%) dai 23.611 dello scorso anno agli attuali 25.509.
Aumenta, ma in misura inferiore, anche il fabbisogno da parte delle Categorie da 27.807 dello scorso anno rispetto agli attuali 28.327 con +1,9%. E’ in aumento anche il potenziale formativo offerto dagli Atenei al Ministero dell’Università, da 26.617 della scorso anno agli attuali 27.478 (+3,2%). Analogo, ma minore (+2,6%) è stato il numero dei posti decretati dal MIUR e messo a bando dalla Università da 24.681 a 25.328.
Stesso numero di domande per le lauree triennali delle professioni sanitarie (sono ste 79.155 contro le 79 450 dello scorso anno accademico. -0.4%), ma in aumento costante quelle per le lauree magistrali a ciclo unico (medicina e odontoiatria, +4,1%).
Rispetto agli anni accademici precedenti il rapporto segnala una diversa percentuale nella ripartizione dei posti fra Lauree triennali e Magistrali a ciclo unico che quest’anno va per il 68% alle professioni sanitarie, il 29% a medicina e chirurgia e il 3% a odontoiatria.
Si interrompe la progressiva riduzione dei posti per le professioni sanitarie, scesi da 27.338 dell’anno 2013 a 24.691 dello scorso anno e ora risaliti agli attuali 25.286 (+2,5%).
Una risalita con maggiore proporzione riguarda medicina e chirurgia dal massimo di 10.345 posti del 2011 ai 9.779 dello scorso anno e ora incrementati a 11.434 (+16,9%).
Per quanto riguarda il numero dei posti per le professioni sanitarie, solo in 5 Università è superiore a 1.000: Roma Sapienza con 3.027, Milano 1.379, Padova 1.307 e con 1.170 sia Torino che Roma Tor Vergata.
Tutte le altre Università invece hanno un’assegnazione di posti inferiore a 1.000: Verona 983, Bari 917, Napoli Vanvitelli 888, Napoli Federico II 854, Bologna 827, Firenze 813. Al di sotto di 800 posti Roma Cattolica 799, Brescia 696, Genova 648, Ferrara 587, Catanzaro 585, Messina 573, Ancona 535 e Pisa 522. Quindi sotto 500 Chieti con 484, Palermo 480, Pavia 467, Perugia 452, Catanzaro 467, Perugia 452, Milano Bicocca 440, Modena 425, Novara 409 e Parma 404. A seguire Catania con 368, Foggia 353, Siena 351, Varese 339, Cagliari 270, Udine 248, Salerno 244, Trieste 220, Sassari 213, Milano S. Raffaele 191, Milano Humanitas 136, infine Roma Campus 107 e Campobasso con 98 posti.
In cima alla classifica della disponibilità c’è il corso di infermiere con 41 corsi su 205 sedi per 15.014 posti, poi fisioterapista con 40 su 83 per 2.097 posti, ostetrica con 32 su 46 e 771 posti, logopedista con 29 corsi su 39 sedi e 771 posti, tecnico di laboratorio con 33 su 45 e 770 posti, tecnico di radiologia con 36 corsi su 57 sedi su 734 posti. Si tratta di professioni presenti in quasi tutte le Università.
In fondo alla classifica delle 22 professioni invece si trovano infermiere pediatrico con 173 posti su 8 corsi e 9 sedi, tecnico ortopedico con 165 posti su 10 corsi e sedi, tecnico di neurofisiopatologia con 128 posti su 10 corsi e sedi, podologo con 120 posti su 6 corsi e sedi, e infine tecnico Audiometrista con 51 posti su 4 corsi e sedi.
Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati del 2017, si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi 5 posti terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva con l’84,2%, audioprotesista con l’84,0%, logopedista 83,9%, educatore professionale e fisioterapista con l’82,7%. Rispetto allo scorso anno le posizioni di igienista dentale e podologo, che comparivano tra i primi posti, sono scese, rispettivamente dall’88,8 al 78,0% e dall’82,8 al 69,4 per cento.
Di fatto sono quasi tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti di enti pubblici o privati; si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.
Al contrario, agli ultimi cinque posti, fra il 51% e il 35%, si trovano alcune professioni con rapporto di lavoro prevalentemente dipendente, come i dietisti con il 51,1%, seguiti da ostetriche con 48,6%, tecnici di audiometria con il 40,6%, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria con il 38,2% e a chiudere i tecnici di laboratorio al 35,2%, che si confermano agli ultimi posti come negli ultimi cinque anni e dal 2007 hanno perso ben 33 punti percentuali, dimezzando quindi il tasso occupazionale.
Si mantiene invece la buona posizione occupazionale per infermiere, che passa dal 74,0% al 73,3%, restando comunque ancora distante rispetto alla situazione ottimale di 11 anni fa, quando si attestava al 94% di occupazione e a soli a sei mesi dalla laurea. Per l’alta numerosità degli abilitati, circa 425 mila, è proprio l’infermiere a incidere statisticamente sul totale delle 22 professioni. Nella stessa area c’è la professione di ostetrica, che ha un calo, scendendo di 5 punti percentuali, dal 53,5% al 48,6%. La perdita sul 60% di 11 anni fa è di quasi 12 punti percentuali.
Sta invece migliorando la situazione occupazionale per tecnico di radiologia, che sale dal 47,6% del 2016 all’attuale 55,6%, con 8 punti percentuali in più, che fanno scalare la classifica dal 18° al 15° posto.
Continua ad essere insufficiente ed in alcuni casi molto precaria invece la presenza di docenti appartenenti allo specifico profilo professionale, chiamati in ruolo da parte delle Università, che si avvalgono invece e in prevalenza dell’affidamento degli insegnamenti a docenti a contratto, in gran parte dipendenti ospedalieri.
Sul totale di 433 docenti dei SSD (settori scientifico disciplinari) MED/45-50, che lo scorso anno erano 398 e che fanno parte dei 9.042 dell’intera area 6 di Medicina solo 50 appartengono ai Settori specifici dei profili delle professioni sanitarie, pari ad appena il 13 per cento.
Il Settore Scientifico Disciplinare MED/45 comprende 39 docenti strutturati di cui 34 appartengono alla professione infermieristica; tuttavia sono ancora di gran lunga insufficienti se si considera l’esistenza di 41 corsi distribuiti su ben 205 sedi.
Nessun ruolo fra i 161 di MED/46 tecniche di laboratorio e sul SSD MED/49 dietistica avendo perso lo scorso anno (per pensionamento) anche l’unico ruolo che esisteva presso l’Università di Bologna, mentre sono 3 su 5 in ostetricia, 9 su 28 per MED/48 riabilitazione e appena 4 su 120 per MED/50 tecniche mediche applicate, di cui 2 igienisti dentali, 1 logopedista e 1 ortottista.
Dal confronto tra domande delle categorie, proposte del ministero della Salute e posti assegnati con Decreto MIUR dell’ 8 luglio 2019, sono derivate 3 diverse assegnazioni dei posti da mettere a bando:
– conferma di tutti i posti del potenziale offerto dalle Università quando inferiori o pari alla media delle proposte delle Regioni e delle categorie come nei 6 casi di: assistente sanitario, educatore professionale, podologo, tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista e tecnico di neurofisiopatologia;
– aumentodi posti bilanciando l’offerta delle Università sul valore medio delle richieste fra Regioni e categorie, come nei 10 casi di: infermiere, ostetrica, logopedista, tecnico della riabilitazione psichiatrica, terapista della neuro e psicomotricità, terapista occupazionale, igienista dentale, tecnico fisiopatologia cardiovascolare, tecnico di laboratorio e yecnico della prevenzione;
– riduzionedei posti offerti dalle Università qualora superiori alla media della richiesta delle Regioni e delle Categorie, come nel caso di fisioterapista.
Resta ancora una volta un “caso” a parte quello di tecnico di radiologia, perché per la riduzione dei posti non è stata accolta alcuna delle proposte fatte dall’ordine professionale, prima per 644 posti e successivamente per 716, come richiesto dalle Regioni. Invece il MIUR ha deciso di assegnare 740 posti, determinando ancora una volta un esubero maggiore e specie sulle Università del Lazio, che si sono viste assegnare 75 posti rispetto ai 30 chiesti congiuntamente da Regione Lazio e dall’ordine professionale
Laurea Magistrale
Per la prima volta l’analisi di Mastrillo riporta anche i dati sui Corsi di Laurea Magistrale per le 5 classi di infermieristica-ostetrica, riabilitazione, tecnico diagnostica, tecnico assistenziale e prevenzione. Nei 16 anni di attivazione, dall’ A.A. 2004-05 all’attuale 2019-20 sono stati 32.763 i posti messi a bando rispetto ai 30.645 chiesti dalle Regioni, con una media di 2.048 posti all’anno.
Per quanto riguarda il numero delle domande presentate su ognuna delle 5 classi per questo AA 2019-20 ci sono state 10.887 domande per 2.725 posti con rapporto domande/posti (D/P) di 4.
Il corso più richiesto è quello della prima classe infermieristica-ostetrica con 8.466 domande su 1.318 posti, con D/P di 6,4. Segue la riabilitazione con 1.336 domande su 612 posti con D/P 2,2; tecnico assistenziale con 159 domande su 115 posti e D/P di 1,4; tecnico diagnostica con 538 domande su 430 posti per un D/P di 1,3 e infine la prevenzione con 388 domande su 250 posti e D/P di 1,6.
Negli ultimi 8 anni è stato messo a bando tutto il potenziale formativo dichiarato dalle Università, anche se il fabbisogno delle Regioni è più basso, mentre è maggiore quello delle Categorie.
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