Covid 19, nuove assunzioni nel Ssn. Ecco cosa prevede il decreto legge
Causa coronavirus, saltano i limiti di personale nel Servizio sanitario e si fa avanti la possibilità di assumere 20 mila tra medici infermieri ed operatori sanitari. Lo prevede un decreto legge con misure per la sanità e la giustizia, approvato dal governo il 7 marzo ma inizialmente superato in attualità dal successivo decreto che ha diviso l’Italia in zone “arancioni” senza libertà di spostamento per i cittadini ed “altre”. Investimento complessivo: si parla di circa 1 miliardo.
Il decreto, ora alla Camera per la conversione, prevede anche di utilizzare personale in quiescenza dove non vi fossero altre chance. Ma soprattutto, per far fronte all’emergenza Covid, consente di conferire incarichi di lavoro autonomo di non oltre 6 mesi, prorogabili, ad infermieri, Oss e medici specialisti anestesisti, pneumologi, infettivologi, d’emergenza urgenza, internisti, cardiologi, radiologi, d’igiene e specialità equipollenti nonché a specializzandi delle stesse branche all’ultimo e penultimo anno, anche non cittadini italiani, purché abilitati. Sono altresì conferibili a medici specialisti, infermieri ed Oss, incarichi individuali a tempo determinato, previo avviso pubblico, per 2 anni non rinnovabili previa selezione per titoli e colloquio orale. Scaduti i due anni c’è una valutazione e in caso di esito positivo il sanitario è inquadrato a tempo indeterminato. Queste ultime assunzioni sono coperte anche con l’aumento del 5% del tetto del Fondo sanitario nazionale. Sul territorio, per far fronte alle defezioni dei titolari di convenzione di medicina generale – a Cosenza ad esempio ci sono 70 mila pazienti senza curante perché 60 mmg sono in quarantena, si teme il contagio da un informatore- il medico iscritto al triennio per tutta la durata dell’epidemia potrà prendere la convenzione a tempo determinato con il Ssn. Le ore di attività svolte dai suddetti medici andranno considerate a tutti gli effetti quali attività pratiche, dentro monte ore della formazione. Asl ed ospedali possono procedere per 2020 e 2021 ad un aumento del monte ore della specialistica ambulatoriale convenzionata interna. In pratica, il Ssn riprende ad assumere, il ministro Roberto Speranza parla di 4.800 medici, 10mila infermieri e 5mila Oss.
Sembrano lontani anni luce i numeri e le trattative alla vigilia del decreto Calabria, i cordoni si sono aperti e partono grandi concorsi come quello bandito dalla Croce Rossa per nuovo personale sanitario su Milano, Bergamo, Venezia, Roma, Bari, Brindisi, Ravenna, Napoli e Firenze (contratto libero professionale, infermieri pagati 17,36 euro l’ora e medici 25, candidature da inviare via portale CRI) o quello dell’ospedale di Cremona, che offre 30 euro l’ora agli infermieri e 70 ai medici. In Veneto il governatore Zaia annuncia con una nota l’assunzione immediata di 215 operatori, 100 infermieri professionali; 80 operatori sociosanitari; 20 assistenti sanitari, 10 tecnici; e 5 autisti, da aggiungere ai 525 che precedono il decreto, con procedura d’urgenza. In Toscana verranno inserite 600 nuove figure nelle Asl, attingendo dalle agenzie interinali. Il Piemonte si porta avanti con una convenzione con le università di Torino e Piemonte Orientale per reclutare gli specializzandi delle Scuole di Medicina presso l’Unità di crisi.
Dal fronte medici ospedalieri, Anaao Assomed con Carlo Palermo ammonisce a non fare dell’incarico di lavoro autonomo per 6 mesi “un lavoro usa e getta, privo di tutele contrattuali, assicurative e previdenziali”. E per reclutare specialisti con contratti biennali a tempo determinato chiede «procedure snelle, bandi veloci, massimo una settimana, e la sola comparazione di titoli curriculari o un semplice colloquio». il decreto prevede anche l’acquisto di prestazioni dai privati per far fronte all’emergenza sanitaria, ma qui, specifica la Segreteria del Sindacato Medici Italiani, «bisogna stare molto attenti a verificare il tipo di prestazioni, la qualità di esse e pretendere che il personale delle strutture private venga assunta secondo contratti vigenti». Smi chiede tra l’altro il commissariamento delle regioni ove non riuscissero ad applicare le misure governative. Per il territorio, Francesco Esposito segretario generale Fismu, chiede di «mettere in campo le energie e l’esperienza dei circa 15.000 camici grigi esclusi dal decreto (non specialisti ndr), che da anni lavorano nei nostri ambulatori» e di «valorizzare il lavoro medici del 118, ora convenzionati (e precari), stabilizzandoli e mettendoli a disposizione nel gestire l’emergenza coronavirus».