Covid. Arriva il protocollo per le cure a casa. Ma i medici di famiglia lo bocciano: “Nessuna novità e condivisione”. Agenas prende distanze: non c’è nessun protocollo
A pubblicare le anticipazioni di quella che potrebbe diventare una circolare ministeriale è Matteo Bassetti, da poco divenuto coordinatore del tavolo Agenas per l’appropriatezza dei ricoveri Covid. Sì a paracetamolo, antibiotico da valutare caso per caso in base all’impegno polmonare e cortisone solo dopo 5-7 giorni. Ma la Fimmg non ci sta: “Stufi di essere trattati come studentelli di medicina”.
“Ieri per me è stata una giornata molto dura per aspetti lavorativi e non solo. Ma è stata molto produttiva. Dopo aver finito la mia attività clinica in ospedale, ieri notte ho incontrato virtualmente i medici di medicina generale di Genova e ho condiviso con loro, insieme al mio straordinario team, un protocollo di cure domiciliari per i pazienti COVID+. Inoltre i medici di medicina generale potranno usufruire di una consulenza infettivologica telematica e così potremo gestire insieme a casa i pazienti evitando, quando possibile, di essere ricoverati in ospedale. Un esempio di collaborazione tra ospedale e territorio. Uniti si vince”. Ad annunciarlo è Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova e da da poco divenuto coordinatore del tavolo Agenas per l’appropriatezza dei ricoveri Covid.
Ecco in sintesi il protocollo delle cure domiciliari di soggetti positivi a SarsCoV-2:
– Casi asintomatici:
o Nessuna terapia
– Casi con sintomi lievi (febbre non superiore a 38°C e/o lieve sintomatologia respiratoria e/o mialgie)
Terapia sintomatica (es: paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico in assenza di controindicazioni)
– Casi con sintomi moderati (febbre persistente > 38.5°C per 96 ore con tosse e con dispnea da sforzo, ma saturazione dell’ossigeno a riposo in aria ambiente ≥ 93% oppure ≥ 90% in pazienti con patologie polmonari croniche)
Terapia sintomatica (es: paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico in assenza di controindicazioni).
Eparina se età> 60 anni, ridotta mobilità o presenza di altri fattori di rischio
Antibioticoterapia da valutare caso per caso in base all’impegno polmonare (da non avviarsi all’esordio dei sintomi, ma in caso di sospetta sovrainfezione batterica)
Cortisone indicato solamente dopo 5-7 giorni dall’esordio dei sintomi ( da evitarsi in chi non presenta segni di compromissione respiratoria).
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Ma è dura la reazione dei medici di famiglia. “Non siamo stati coinvolti e quelle indicazioni lasciano il tempo che trovano. Il documento, che tra l’altro mi hanno solo illustrato a voce, non dice nulla di nuovo, anzi lascia dubbi e incertezze. Siamo stufi di essere trattati come studentelli di medicina”, afferma il segretario della Fimmg, Silvestro Scotti.
“La medicina generale – incalza – ha necessità di maggiore rispetto. Questi sono atti di gente che lavora dietro le scrivanie. Chiedo per questo di essere convocato col Ministro Speranza presente. Ci dicessero le procedure con cui un medico di famiglia deve entrare in ambiente con covid positivi, con quali attrezzature o personale di accompagnamento e con quali mezzi raggiungere l’abitazione. E poi su come e quando deve avvenire la sanificazione. Siamo veramente stufi”.
Ma Agenas si discosta: “Nessun protocollo per cure domiciliari. Il Direttore dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – Dottor Domenico Mantoan – comunica che “il gruppo di lavoro istituito presso l’Agenzia, con il compito di definire i criteri di appropriatezza dei ricoveri dei pazienti Covid-19 nei diversi setting assistenziali, non ha il mandato per definire cure domiciliari. Pertanto le notizie apparse relativamente ad un protocollo per cure domiciliari, messo a punto da AGENAS, sono prive di fondamento”.
A questo punto sarà da chiarire se l’iniziativa di Bassetti valga solo per Genova anche se da Fimmg confermano che si sta lavorando ad una circolare del Ministero sulla questione.
L.F.