CALABRIA: Dal quotidiano La Repubblica, il commissario Longo al lavoro a Catanzaro: “Il piano Covid è la priorità”
COMUNITA’ COMPETENTE SCRIVE AL COMMISSARIO LONGO ( A FIRMA ANCHE DI CARMELO L AGANA (DETTO LILLO)
in programma un incontro con Gino Strada, anche lui arrivato a Crotone per allestire l’ospedale da campo, e con il procuratore capo Nicola Gratteri. Il governatore reggente Nino Spirlì: “Il governo ha fatto un’ottima scelta”
Alle prime ore del mattino del suo secondo giorno a Catanzaro, il neocommissario alla Sanità Guido Longo è già al lavoro. “Stiamo preparando l’agenda per poter organizzare sopralluoghi e incontri, voglio rendermi conto al più presto del reale stato dell’arte” dice al telefono, mentre in sottofondo si sente il brusio di una riunione in corso. C’è da fare. E tanto. “Il piano Covid è una delle cose prioritarie. Voglio vedere quello che è stato fatto e in che termini è stato fatto e poi stabiliremo come procedere” aveva già spiegato nei giorni scorsi. “Le difficoltà che ci attendono Longo sono quelle che noi tutti conosciamo – ha aggiunto – Non ho avanzato alcuna richiesta e non voglio parlare del passato”. Insomma, zero polemiche e a testa bassa a lavorare.
Alle prime ore del mattino del suo secondo giorno a Catanzaro, il neocommissario alla Sanità Guido Longo è già al lavoro. “Stiamo preparando l’agenda per poter organizzare sopralluoghi e incontri, voglio rendermi conto al più presto del reale stato dell’arte” dice al telefono, mentre in sottofondo si sente il brusio di una riunione in corso. C’è da fare. E tanto. “Il piano Covid è una delle cose prioritarie. Voglio vedere quello che è stato fatto e in che termini è stato fatto e poi stabiliremo come procedere” aveva già spiegato nei giorni scorsi. “Le difficoltà che ci attendono Longo sono quelle che noi tutti conosciamo – ha aggiunto – Non ho avanzato alcuna richiesta e non voglio parlare del passato”. Insomma, zero polemiche e a testa bassa a lavorare.
Fra contabilità orale o irrintracciabile che ha reso un labirinto debiti e conti e fragilità strutturali accumulate sia sul fronte ospedaliero che su quello della medicina territoriale, Longo sa di avere poco tempo per conoscere la macchina, così come è cosciente di doverla mettere in moto in fretta. I contagi sono scesi, l’Rt è migliorato e la regione è passata dalle zone rosse a quelle arancioni, ma la pandemia continua a mordere, quindi non c’è tempo da perdere. In più, negli ospedali sono state riavviate attività e visite ambulatoriali ordinarie, da portare avanti però con il personale ridotto all’osso perché spesso “prestato” ai reparti Covid. “Abbiamo tanto da lavorare” conferma il commissario, cosciente che l’andamento dei contagi andrà monitorato con attenzione per non rendere vani i sacrifici fatti durante il lockdown dell’ultimo mese.
Da organizzare poi, ha anticipato, c’è un incontro con Gino Strada, chiamato ad allestire alcuni ospedali Covid in Calabria, a partire da quello di Crotone. “L’ho sentito, spero in una sua collaborazione e ci vedremo presto” ha detto Longo. E poi, quelli con il procuratore capo Nicola Gratteri, che conosce dai tempi del suo impegno da poliziotto a Reggio, e probabilmente anche i capi delle altre procure perché con due Aziende sanitarie provinciali e fin troppi casi di piccoli e grandi illeciti negli ospedali, dall’assenteismo alle truffe assicurative, il tema della legalità diventa prioritario. E deve essere un obiettivo – spiega Longo – perché “produce servizi migliori, libertà di scelta e, soprattutto, risparmi, non disgiunta da un’altra esigenza altrettanto importante, che é quella di migliorare qualitativamente gli standard della sanità in Calabria”.
In quarant’anni di carriera, spiega Longo, “non ho mai avuto paura, ho sempre fatto ciò che è previsto dalla legge, applicando la legge. In Calabria come sappiamo insiste la ‘ndrangheta e un po’ – anzi troppo – malaffare e spetta a me che ciò non si innesti nel sistema sanitario calabrese”. Un compito non facile, ma anche questa – ha detto subito il commissario – è stata una caratteristica distintiva della sua lunga attività professionale.
Il suo atteggiamento pragmatico e operativo è piaciuto. “Il governo ha fatto un’ottima scelta e noi siamo assolutamente disponibili alla collaborazione” ha detto il presidente facente funzioni Nino Spirlì, che il neocommissario ha voluto incontrare ieri a poche ore dal suo arrivo. Ma non sarà il solo, “incontrerò tutti” ha promesso.
Alla porta di Longo hanno già iniziato a bussare in tanti. A partire dai sindacati, quelli della Triplice, che ancor prima del suo arrivo avevano offerto collaborazione e gli extraconfederali dell’Usb, che al commissario hanno chiesto ufficialmente un incontro anche per discutere della paradossale situazione di centinaia di precari, pronti ad essere lasciati fuori dai reparti mentre si cerca disperatamente di reclutare personale.
Ma a sollecitare un confronto con il commissario è stata anche “Comunità competente”, la rete di medici, paramedici, docenti, ricercatori e associazioni del terzo settore che da tempo lavora per una trasformazione profonda del sistema sanitario calabrese e si è fatta anticipare da una lettera con una serie di proposte operative e immediatamente attuabili. Nel lungo elenco delle cose da fare c’è l’attivazione di tutte le Usca previste e la rapida realizzazione dei poli sanitari territoriali, per giunta già finanziati e per i quali è già stato firmato un accordo con i medici di famiglia. C’è un piano di stabilizzazione del personale precario e uno di assunzioni per adeguare il numero dei medici e infermieri alle reali esigenze del territorio. Ma soprattutto c’è la proposta di un modello di sanità diverso, non basato solo ed esclusivamente sugli ospedali, ma che punta al rafforzamento della medicina territoriale. Con la pandemia da fronteggiare, servirebbe anche per monitorare da vicino il territorio e individuare i focolai prima che si estendano a dismisura. In prospettiva, sarebbe un presidio e un punto di riferimento prossimo per la comunità, che alle strutture zonali potrebbe rivolgersi senza essere obbligata a percorrere centinaia di chilometri per recarsi in ospedali saturi, ma anche per individuare subito e prevenire eventuali patologie grazie a campagne di prevenzione, informazione, vaccinazioni e screening.
Tutte proposte già nei mesi scorsi inviate al ministro della Sanità Roberto Speranza, “parzialmente recepite dal governo” sottolineano e oggi diventate una lettera aperta ospitata dalla piattaforma Change.org, che ha già ha raccolto più di 4mila firme. “È necessario attivare misure immediate che tutelino la salute dei calabresi e sostengano gli operatori sanitari impegnati in questa difficile battaglia” spiegano i firmatari, fra cui il portavoce di Comunità competente, Rubens Curia, “l’anima” di Progetto Sud, don Giacomo Panizza, Lillo Laganà, Coordinatore Regionale delle professioni sanitarie Calabria, docenti di tutti gli atenei, e medici e infermieri di ogni presidio. E tutti chiedono che la gestione del settore in Calabria smetta di essere un’inespugnabile torre d’avorio, attivando “tutti gli strumenti di partecipazione che rendano trasparente il settore e coinvolgano i cittadini e le istituzioni mediante l’implementazione di pratiche di partecipazione inclusive, come previsto dalle vigenti normative, al fine di riannodare quel “rapporto di fiducia” che si è interrotto tra i calabresi e il Servizio Sanitario Regionale”.