Ddl lavoro autonomo è legge, Ecm tutta deducibile. Ecco i dettagli
fonte doctornews33
| Jobs act, anche i professionisti a partita Iva nelle tutele. Ecco i dettagli
Introduce detrazioni per chi spende per migliorare la qualità del proprio lavoro e tutele per infortuni e gravidanze per i lavoratori autonomi. E obbliga i datori di partite Iva e cococo di pagare entro 2 mesi e non imporre contratti a voce; di non “tagliarli” in pochi secondi di conversazione telefonica in caso di malattia protratta; di non dimenticarsi di chi lavora da casa. Questo è il Jobs Act per i lavoratori autonomi, lo stesso ddl licenziato dal governo un anno e mezzo fa che, arricchito di previsioni per gli enti previdenziali privatizzati, solo ora in Senato ha avuto l’ultimo ok con 158 sì, 9 no e 45 astenuti. La novità chiave per medici dentisti e altri professionisti sanitari è la formazione: potranno dedurre completamente entro i 10 mila euro le spese per corsi di aggiornamento obbligatori o facoltativi, master, convegni, Ecm e Fad. Stando alla lettura del testo risultano deducibili integralmente vitto ed alloggio (“nonché le spese di iscrizione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno”, ma le spese non dovrebbero poter superare il 2% di tutti i compensi dichiarati nell’anno).
Tutte deducibili ma entro 5 mila euro le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità. Vengono infine rese deducibili al 100% le spese per assicurarsi contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo, in un contesto in cui saranno considerate abusive clausole che prevedano il pagamento dopo 60 giorni. I lavoratori autonomi vengono equiparati alle piccole imprese per l’accesso ai fondi europei, nazionali e regionali. Poi c’è il capitolo tutele: gli iscritti alla gestione separata Inps (Inps 2) potranno vedersi riconosciuto il diritto all’indennità di maternità per i 2 mesi ante e i 3 post parto, anche se potranno continuare a lavorare per portare avanti i progetti.
Con l’ok del committente, nel periodo di assenza potranno farsi sostituire da persone di loro fiducia o soci in possesso dei loro requisiti professionali. L’articolo 8 riconosce i congedi parentali per un massimo di 6 mesi entro i primi 3 anni di vita del bambino. In ambito medico, le due tutele citate già esistono sia in ambito Enpam sia in ambito Inps-Inpdap e per le specializzande, che versano sia a gestione separata Inps sia ad Enpam. L’Enpam, di recente, ha aumentato la retribuzione minima per 2 mesi ante-parto più 3 post (150 giorni in tutto) alle libere professioniste fissando un minimo da quasi 6 mila euro l’anno e ha esteso l’arco temporale a tutti i tipi di adozione. In Inps 2 è previsto un incremento del contributo aggiuntivo di tutti gli iscritti per sostenere le nuove spese. All’articolo 5, il legislatore spiega ad Enpam, Inpgi & co che per il professionista impoverito per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o malattie il governo potrà con appositi decreti abilitare le casse privatizzate ad attivare sia prestazioni complementari di tipo previdenziale e sociosanitario, sia prestazioni sociali, “finanziate da apposita contribuzione”. Anche nei casi di malattia e infortunio, il collaboratore che presta la propria attività “in via continuativa” (concetto da interpretare estensivamente rispetto alla sola categoria cococo) potrà sospendere il lavoro fino a 150 giorni per anno solare, e i contributi previdenziali fino ad un massimo di 2 anni per malattia e infortunio tali da impedire di lavorare per oltre 60 giorni. Nel passaggio alla camera è stata resa permanente, dal 1° luglio, l’indennità di disoccupazione (Dis-Coll) per i cococo iscritti ad Inps 2 e privi di partita Iva e per assegnisti e dottorandi con borsa di studio. La legge sollecita le Pubbliche amministrazioni a promuovere la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti per prestazioni di servizi e ai bandi per assegnazione di consulenze. Infine, disciplina il lavoro “agile” o smart working: chi lavora da casa (già 250 mila italiani per l’Osservatorio del Politecnico di Milano) dovrà ricevere un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori dipendenti della stessa azienda inquadrati in contratti collettivi.