Decreto Rilancio. Le Regioni chiedono emendamenti su riparto fondi, trattamento economico personale e R0 al posto di Rt
Tra le quote di accesso delle diverse Regioni al riparto delle risorse destinate alla spesa sanitaria, per responsabilità rispetto alle Regioni più colpite dal Covid-19, si propone di limitare l’applicazione del meccanismo correttivo al solo dimezzamento, e non all’azzeramento del divario sussistente. Si punta poi a chiarire che il finanziamento previsto per gli anni 2020 e 2021 ricomprende anche le componenti accessorie della retribuzione che gravano sui fondi contrattuali. Proposto infine di escludere dalla livellazione il parametro Rt. LE PROPOSTE
Dalla prossima settimana prenderà il via alla Camera l’esame del Decreto Rilancio approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri. Già pronto un primo pacchetto di emendamenti e osservazioni proposti dalla Commissione Salute delle Regioni.
Più in particolare, tre sono le modifche richieste: il riparto dei fondi stanziati tra le Regioni, il trattamento economico del personale e l’esclusione del parametro Rt per misurare il diffondersi del virus.
Riparto fondi. Nella nota illustrativa dell’emendamento all’articolo 1 si spiega come, “tenuto conto del divario, gravissimo ed ingiustificato, tra le quote di accesso delle diverse Regioni al riparto delle risorse destinate alla spesa sanitaria”, oltre che della natura aggiuntiva delle risorse, “quale atto di responsabilità rispetto alle Regioni più colpite dalla crisi Covid-19, la presente proposta emendativa limita l’applicazione del meccanismo correttivo al solo dimezzamento, e non all’azzeramento del divario a tutt’oggi sussistente”.
Trattamento economico personale. Le modifiche inserite al comma 7 intendono chiarire che il finanziamento previsto per gli anni 2020 e 2021, nonché per le finalità di cui all’articolo 2-bis, commi 1, lettera a) e 5, e all’articolo 2-ter del Decreto Cura Italia, “ricomprende anche le componenti accessorie della retribuzione che gravano sui fondi contrattuali, anche al fine di non abbassare il trattamento economico complessivo attualmente in godimento del personale dipendente”.
Eliminazione parametro Rt. La proposta mira a consentire la rivisitazione di una parte degli indicatori, escludendo dalla livellazione il parametro Rt, “che descrive invece il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia, di contro includendo il parametro R0 che rappresenta il numero, in media, di casi secondati di un caso indice”. Questa proposta, come spiegato nella nota illustrativa, “è basata in primo luogo sulla rilevata difficoltà di calcolare l’indice Rt, in quanto necessita della data di insorgenza dei sintomi della malattia, informazione non facilmente e prontamente reperibile e sicuramente non rintracciabile per tutti i casi. In secondo luogo, l’indice Rt non è rappresentativo nella stima di intensità di trasmissione nella popolazione generale in cui si assume che tutti abbiano le stesse probabilità di contrarre l ‘infezione. Infine è stato evidenziato che tra le difficoltà di calcolo dell’indice Rt va considerato che negli asintomatici, sottoposti a tampone in quanto contatti o nell’ambito delle procedure di sorveglianza sanitaria, la data di insorgenza dei sintomi non può essere rilevata”.