Donazioni e trapianti da record, nel 2023 oltre duemila prelievi di organi e quasi 4.500 interventi (+15%). I dati del Centro nazionale trapianti
L’aumento maggiore nei trapianti di cuore (+46%). L’Italia stacca la Francia e si colloca al secondo posto tra i maggiori paesi europei per numero di donatori, dietro la Spagna. Emilia Romagna, Veneto e Toscana le più generose, indietro le Regioni del meridione. Il maggior numero di trapianti è stato effettuato in Lombardia, ma in rapporto alla popolazione il primato va al Veneto. Corre la Puglia (+17,2). Ma nei Comuni sono stati raccolti 1,1 milioni di rifiuti alla donazione (31,5%) IL REPORT
Un anno da record. Il 2023 verrà ricordato così negli annali delle attività di donazioni e trapianti di organi, tessuti e cellule: l’attività della Rete trapiantologica italiana ha infatti ottenuto, praticamente in tutti gli indicatori, i risultati migliori di sempre.
Per la prima volta le donazioni di organi hanno superato quota duemila, attestandosi a 2.042 (+11,6%), mentre i trapianti hanno ampiamente oltrepassato il muro, finora mai valicato, dei quattromila interventi in un anno: sono stati realizzati ben 4.462 trapianti di organi, 586 in più rispetto al 2022 (+15,1%). Un boom in cifre che si traduce anche nel trend di crescita più alto mai rilevato in Italia.
Due i fattori che hanno contribuiti a raggiungere questi risultati: il consistente aumento delle segnalazioni di potenziali donatori nelle terapie intensive, stimolato dalle Regioni, e il forte investimento del Centro nazionale trapianto (Cnt) sulla “donazione a cuore fermo”. Senza mai dimenticare che il successo è stato conquistato grazie all’impegno degli operatori delle terapie intensive e dei coordinamenti della donazione, e quello delle equipe chirurgiche dei circa 100 programmi di trapianto presenti in tutta Italia.
Unico neo il “no” alle donazioni: nelle rianimazioni la percentuale di chi rifiuta (il 30,5%) è salita. anche se di poco, dello 0,7% e in occasione dei rinnovi delle carte d’identità elettroniche sono stati raccolti 2,4 milioni di consensi (68,5%), ma anche ben 1,1 milioni di rifiuti (31,5%).
A presentare oggi i dati da record il Ministro della Salute Orazio Schillaci e il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo in apertura degli Stati generali della Rete trapianti, che riunisce a Roma fino a venerdì oltre 400 operatori da tutta Italia.
“Gli straordinari risultati raggiunti nel campo trapiantologico – ha detto il ministro Schillaci nella sua relazione di apertura – devono renderci quindi orgogliosi ma anche stimolarci a proseguire con rinnovato impegno per far diventare sempre più efficiente e sicura la rete dei trapianti e per rafforzare la cultura della donazione, essenziale per offrire ai pazienti in attesa di trapianto una vita nuova o una prospettiva di vita migliore. Promuovere la cultura della donazione è un obiettivo prioritario e sono certo che da queste giornate arriverà un apporto significativo al raggiungimento di questo importante traguardo”.
In Italia ha aggiunto il ministro “ci sono molti pazienti in attesa e il fabbisogno non è purtroppo ancora del tutto soddisfatto. Questo perché ci sono alcune criticità che ancora persistono che siamo impegnati a superare: penso, in particolare, alle differenze regionali che sussistono nel tasso di donazione tra Nord e Sud e ai tassi di opposizione al prelievo, gli unici indicatori che sono rimasti sostanzialmente invariati. Senza donazione non può esserci alcun trapianto. Per questo resta fondamentale avviare tutte le iniziative necessarie affinché sempre più persone si rendano disponibili a donare”.
A questo proposito il Ministro ha annunciato che nel 2024 è attesa una importante novità: l’attivazione del portale digitale della CIE che permetterà ai cittadini di registrare la propria dichiarazione direttamente da casa e non solo negli uffici anagrafe.
Vediamo quali sono i numeri emersi dal Report del Cnt.
Donazioni L’aumento dei prelievi ha portato il tasso nazionale di donazione a quota 28,2 donatori per milione di persone (pmp), molto oltre il massimo storico di 24,6 registrato nel 2022. Un record appunto, che porta l’Italia a staccarsi dalla Francia e a piazzarsi al secondo posto tra i maggiori paesi europei per numero di donatori. Con la Spagna sempre in testa.
A sostenere la performance sono soprattutto i risultati di tre regioni: l’Emilia Romagna con 51,1 donatori pmp (+4,7), il Veneto con 46,4 (+10,1) e la Toscana con 45,6 donatori pmp. Ma anche Sardegna, Piemonte e Marche ottengono ottimi risultati, con le regioni meridionali che continuano ad essere il fanalino di coda.
Per quanto riguarda i trapianti, la crescita degli interventi ha riguardato tutte le specialità: nel 2023 sono stati realizzati 2.245 trapianti di rene (+10,4%), 1.696 di fegato (+14,7%), 186 di polmone (+33,8%), 40 di pancreas (+5,3%) ma soprattutto ben 370 trapianti di cuore rispetto ai 253 dell’anno scorso (+46,2%).
Inoltre, sottolinea il Cnt, si conferma ancora il costante miglioramento degli esiti degli interventi. Sul podio delle Regioni con il maggior numero di trapianti effettuati c’è la Lombardia (827), mentre in rapporto alla popolazione il primato spetta al Veneto (140,9 trapianti ogni milione di abitanti) seguito da Piemonte ed Emilia Romagna. Al Sud si distingue la Puglia con una significativa crescita di trapianti: in un anno schizza da 29,7 a 46,9 trapianti per milione di abitanti.
Più segnalazioni in rianimazione e donazioni a cuore fermo
“Un risultato così eclatante – sottolinea il Cnt – è stato di fatto possibile grazie a due fattori di crescita fortemente coltivati in questi ultimi anni. Il primo è il consistente aumento delle segnalazioni di potenziali donatori nelle terapie intensive delle oltre 200 sedi di prelievo attive sul territorio nazionale. Il secondo, nel forte investimento del Cnt sul programma di donazione dopo accertamento di morte con criteri cardiaci, la cosiddetta “donazione a cuore fermo”.
Segnalazioni in rianimazione +15,8%. Nel 2023 i donatori segnalati sono stati 3.082, il 15,8% in più rispetto ai 2.661 dell’anno precedente. La crescita delle segnalazioni, rileva il Cnt “è stata stimolata da un maggiore impegno delle Regioni nell’applicazione delle misure contenute nel Piano Nazionale delle Donazioni, promosso negli ultimi cinque anni dal Cnt con l’obiettivo di un sistema donativo più organizzato ed efficiente, in grado di alimentare l’attività di trapianto e rispondere alle necessità di una lista d’attesa che, pur riducendosi, include ancora circa 8mila pazienti”.
Naturalmente alla base di questo successo, aggiunge il Cnt “c’è soprattutto l’impegno eccezionale degli operatori delle terapie intensive e dei coordinamenti della donazione, e quello delle equipe chirurgiche dei circa 100 programmi di trapianto presenti in tutta Italia”.
A giocare un ruolo importante anche la formazione dei professionisti della Rete: tra i corsi in presenza (quasi raddoppiati) e la formazione a distanza, nel 2023 sono stati coinvolti circa 14mila operatori.
Aumentano le donazione a cuore fermo. Per quanto riguarda il secondo fattore di crescita dei volumi di attività – relativo al forte investimento del CNT sul programma di donazione dopo accertamento di morte con criteri cardiaci) – i trapianti derivati dalla cosiddetta “donazione a cuore fermo” (Dcd, donation after cardiac death) sono aumentati esponenzialmente. Siamo passati dai 100 donatori del 2018 ai 221 del 2022 per arrivare nel 2023 a ben 438 trapianti grazie agli organi prelevati da Dcd.
“A partire dal maggio scorso – spiega il Cnt – è partito il programma di prelievo Dcd anche del cuore, un’attività finora presente solo in Gran Bretagna e Spagna dove però (come nel resto del mondo) il tempo di arresto cardiaco necessario per constatare il decesso è di 5 minuti contro i 20 previsti dalla legge italiana. Ben 6 centri a livello nazionale (a partire da Padova, il primo) hanno realizzato finora 13 prelievi e trapianti di cuore Dcd. L’utilizzo con successo di organi cardiaci che complessivamente affrontano anche oltre 40 minuti di “ischemia calda” è al momento un primato di livello mondiale. Un risultato così significativo – sottolinea poi l Cnt – è dovuto alle aumentate capacità dei professionisti nell’utilizzo delle tecnologie di perfusione degli organi (un settore che sta vivendo un importante sviluppo) e al lavoro di formazione e organizzazione portato avanti sul territorio per strutturare equipe sanitarie in grado di gestire efficientemente questo tipo di prelievi ad elevata complessità”.
Il nodo delle opposizioni Gli unici indicatori rimasti sostanzialmente invariati sono quelli relativi ai tassi di opposizione al prelievo. Nelle rianimazioni la percentuale di chi rifiuta la donazione è leggermente salita (30,5%, +0,7%) soprattutto per la sempre maggiore incidenza di chi ha già registrato il proprio no in vita: nel 2023, in occasione dei rinnovi delle carte d’identità elettroniche (CIE), sono stati raccolti 2,4 milioni di consensi (68,5%) ma anche ben 1,1 milioni di rifiuti (31,5%).
Considerando l’attuale presenza nel Sistema informativo trapianti di oltre 18 milioni di dichiarazioni registrate, segnala il Cnt, “è prevedibile che a breve la maggior parte delle donazioni segnalate nelle rianimazioni avranno alle spalle un consenso e un’opposizione già raccolti e quindi non più ottenibili dai sanitari. Nel 2024 è attesa un’importante novità, quella dell’attivazione del portale digitale della CIE che permetterà ai cittadini di registrare la propria dichiarazione direttamente da casa e non solo negli uffici anagrafe: un’occasione irrinunciabile per rafforzare il messaggio in favore della donazione a tutti i cittadini italiani“.
Tessuti e midollo, anche qui miglior risultato di sempre. Sul fronte dell’attività dei tessuti: sono stati effettuati 14.912 prelievi (+21%) e 24.949 trapianti (+16,7%), con forti aumenti sia sulle cornee che sul tessuto muscolo-scheletrico.
Anno da primato anche per le cellule staminali emopoietiche: nel 2023 in Italia di sono state 399 donazioni di midollo osseo (+21,3%) e ben 1.023 trapianti (+6,5%). Continua a consolidarsi anche la tendenza a preferire il prelievo delle cellule da sangue periferico, una modalità pochissimo invasiva (molto simile a una donazione di sangue) che ormai riguarda oltre il 90% delle donazioni.
Molto bene anche le iscrizioni al registro donatori IBMDR: sono stati 29.396 i 18-25enni nuovi reclutati, che hanno portato l’elenco dei possibili donatori attivi quasi a quota mezzo milione (496.754).