Esecuzione dei test rapidi di laboratorio nelle farmacie: attenzione ai potenziali rischi
Gentile direttore,
in considerazione dell’articolo recentemente pubblicato su Quotidiano Sanità “Non solo Covid, dallo streptococco alla vitamina D ormai è boom di test fai da te in farmacia”, è importante evidenziare alcuni aspetti, sottolineando i gravi rischi legati all’incrementata diffusione dell’esecuzione dei test rapidi di laboratorio nelle farmacie. A partire dal primo test di gravidanza rapido introdotto negli anni ’70, la Pandemia da SARS-CoV-2 ha sicuramente dato una forte spinta all’ampia diffusione dei test rapidi.
Ad oggi, sono disponibili numerosi dispositivi per il dosaggio di svariate molecole, dal glucosio, al colesterolo, agli ormoni tiroidei, ai marcatori cardiaci e, perfino, il sangue occulto nelle feci. Tuttavia, bisogna sottolineare e non sottovalutare che all’apparente vantaggio del Cittadino di poter monitorare e analizzare in modo semplice e rapido il proprio stato di salute, in realtà si associano numerosi potenziali gravi rischi. Innanzitutto, si deve considerare l’importanza dell’appropriatezza nella scelta dell’esame da eseguire. Infatti, l’appropriatezza prescrittiva è fondamentale per garantire il migliore risultato rispetto ad uno specifico quesito clinico che deve essere formulato dal Sanitario dopo un’attenta visita e valutazione dell’individuo, mentre i risultati di esami richiesti senza un razionale riducono significativamente l’accuratezza diagnostica per effetto della ridotta prevalenza, come ben descritto in qualsiasi trattato di statistica medica. Pertanto, la richiesta di un esame deve essere il risultato di un attento ragionamento clinico e non l’iniziativa di un Cittadino, in alcuni casi senza fondamento ma sempre basato sulle caratteristiche anamnestiche e cliniche del singolo individuo (presenza di morbilità e comorbilità, stili di vita, alimentazione, terapie in corso).
L’appropriatezza rappresenta, quindi, uno strumento fondamentale per realizzare una Medicina efficace ed efficiente. Un altro aspetto fondamentale da sottolineare è la corretta interpretazione del dato di laboratorio ed il conseguente corretto referto. Il dato di laboratorio non deve essere considerato un semplice numero, come quello che esce dai semplici strumenti utilizzati nelle farmacie, ma deve essere corredato da informazioni sui livelli di normalità che variano a seconda della popolazione, del sesso e dell’età dei soggetti e deve essere sempre valutato ed interpretato in relazione alle caratteristiche cliniche ed anamnestiche dell’individuo. È, quindi, fondamentale definire le modalità di refertazione dei test rapidi e assicurarsi che il dato verrà correttamente utilizzato ai fini clinici.
Questo chiaramente richiede conoscenze e competenze proprie dei Professionisti della Medicina Clinica e della Medicina di Laboratorio. Si deve evitare che il Cittadino, sulla base di una potenziale autodiagnosi, formulata anche con il supporto del “Dr. Google”, possa decidere quali esami eseguire e sulla base del risultato stabilire una autodiagnosi, anche perché un’autodiagnosi errata può comportare un trattamento inappropriato con gravi conseguenze per la salute. Ogni esame, inoltre, deve essere effettuato con specifiche strumentazioni e con metodiche che assicurano la qualità del parametro analizzato. Aspetto fondamentale, infatti, è la qualità del dato ottenuto con i test rapidi, ovvero mediante i sistemi Point of Care Testing (POCT), che hanno, per natura, delle prestazioni adeguate per un autocontrollo e monitoraggio di alcuni parametri (ad esempio la glicemia) ma hanno prestazioni inadeguate per la diagnosi di malattia.
A causa delle potenziali gravi conseguenze derivanti dall’uso di risultati non attendibili degli esami di laboratorio, è fondamentale la corretta gestione dei sistemi POCT sottoponendoli a costanti controlli di qualità e manutenzione. A tal fine, le analisi in POCT dovrebbero essere sempre eseguite sotto la responsabilità dei Professionisti di Medicina di Laboratorio, che dovrebbero stabilire le modalità d’uso, le procedure per la verifica di qualità e la formazione degli operatori. Le criticità rappresentate non solo sono potenzialmente dannose per il Cittadino che ne usufruisce ma anche costituire una spesa inutile con aggravio per la sostenibilità del nostro sistema sanitario. Alla luce di queste considerazioni, in accordo alle dichiarazioni del Dott. Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), emerge la necessità di un confronto multidisciplinare tra i vari Professionisti coinvolti, inclusi i Farmacisti ed i Medici, per definire e regolamentare un servizio che potrebbe essere prezioso per il Cittadino, evitando di trasformarlo in uno strumento potenzialmente pericoloso con effetti negativi.
Marcello Ciaccio
Ordinario di Biochimica Clinica e Medicina di Laboratorio, Scuola di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo
Presidente Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica – Medicina di Laboratorio
Presidente del Collegio dei Professori Ordinari di Biochimica Clinica
Direttore del Dipartimento e dell’UOC di Medicina di Laboratorio del Policlinico Universitario “P. Giaccone” di Palermo
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