GIA’ NEL 2016: Ddl Lorenzin. I fisioterapisti Spif-Ar: “No a emendamenti su figure osteopata e chiropratico”
Il sindacato boccia alcuni emendamenti al Ddl di riforma delle professioni in una lettera al Ministro. “La creazione della figura di osteopata mediante l’istituzione di una laurea magistrale, quando da quasi 15 anni i fisioterapisti si formano ed esercitano in tale ambito è solo una mossa per sanare coloro non hanno attualmente i titoli”. LA LETTERA “No alla creazione dell’albo dei dottori in scienze motorie all’interno di un ordine di professioni sanitarie”. Ma “no anche la creazione della figura del chiropratico con un profilo professionale perfettamente sovrapponibile a quello del fisioterapista” e dissenso anche per la proposta che vorrebbe “la creazione della figura di osteopata mediante l’istituzione di una laurea magistrale, quando da quasi 15 anni i fisioterapisti si formano ed esercitano in tale ambito anche mediante master universitari di primo livello , ritenendo che sia in atto solo una mossa per sanare coloro non hanno attualmente i titoli sanitari”. Questa la posizione del presidente Spif Ar (Sindacato italiano fisioterapisti e Area riabilitativa) Antonio G. Cartisano in merito ad alcuni emendamenti al Ddl Lorenzin in discussione in commissione Igiene e Sanità al Senato. In una lettera al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin il sindacato rileva che “tali emendamenti siano una vera e propria forzatura (se non anticostituzionali) rispetto alla normativa vigente che riguarda l’istituzione di nuovi profili sanitari, nonché la riorganizzazione degli albi e degli ordini delle professioni sanitarie, attesa da più di un ventennio e per cui è nato questo disegno di legge”. “Siamo convinti nei fatti e nella storia di altri Paesi – prosegue la missiva – che la nostra proposta garantisca un servizio del tutto utile e senza confusioni ai fruitori di tale eventuale competenza, qualora, nel caso in cui la Medicina Tradizionale abbia motivo di renderla praticabile ufficialmente, si possa e si debba regolamentarla sulla base di un percorso formativo SPECIALISTICO dei Professionisti dell’Area Riabilitativa e non altro. Inoltre, le già note criticità e confusioni dettate in merito dalla mancanza di un Ordine Professionale per l’Area Riabilitativa, nonché le svariate e numerosissime forme incontrollate di “Abusivismo” nel settore della Riabilitazione ci inducono a rimarcare con buonsenso che tale argomento messo in campo con formazioni similari, è del tutto inaccettabile sia per la mancanza di un rigore scientifico e non da meno per quello delle ricadute di tipo occupazionale”.