Green pass a 9 mesi e obbligo vaccino per operatori sanitari. In settimana atteso Cdm. Ma se la situazione dovesse peggiorare ci sono anche altre ipotesi sul tavolo
Già dalla prossima settimana il Governo varerà queste due misure per contrastare la crescita dei contagi. Non sono attese ulteriori novità prima di dicembre. Dopo il vertice già programmato con le Regioni non è però escluso che il Governo possa studiare un ‘Piano B’ nel caso di un ulteriore peggioramento della situazione. In tal senso si potrebbe pensare ad un Green Pass che non contempli più il ricorso ai tamponi rapidi, o un obbligo vaccinale da declinare o per categorie a contatto con il pubblico o per età
La prossima settimana il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare due nuove misure per contrastare la nuova crescita dei casi di Covid. Innanzitutto, alla luce dell’acclarato calo di protezione del vaccino dopo sei mesi dal completamento del ciclo primario, verrà ridotta la durata del Green Pass che, con ogni probabilità, dovrebbe passare da 12 a 9 mesi. Resta in campo anche una possibile riduzione a 6 mesi, ma l’ipotesi è giudicata più complicata perché si avrebbe una più che probabile corsa alle terze dosi che potrebbe mettere sotto eccessivo stress il sistema.
Sempre in settimana da Palazzo Chigi dovrebbe arrivare poi l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari esteso anche alla terza dose. Anche in questo caso si punta così ad una forte accelerazione dei booster dopo la crescita dei contagi registrati negli ultimi mesi tra queste categorie professionali. Queste le uniche certezze. Al momento non c’è altro sul tavolo del Ministero della Salute. Di certo non dovrebbero esserci ulteriori novità prima di dicembre. Dopo il vertice in programma con le Regioni, non è però escluso che il Governo possa studiare un ‘Piano B’ nel caso di un ulteriore peggioramento della situazione.
In tal senso, l’idea di un lockdown per i non vaccinati, caldeggiata dalle Regioni, ad oggi viene considerata “più che remota” da Lungotevere Ripa. E questo sia per il recente flop dell’esperienza austriaca che per la difficoltà giuridiche che si incontrerebbero per realizzare una misura simile. Resterebbero in campo solo l’ipotesi di un Green Pass che escluda il ricorso ai tamponi rapidi, o l’introduzione di un obbligo vaccinale che potrebbe essere declinato o per categorie professionali a più stretto contatto con il pubblico, o per dato anagrafico. In quest’ultimo caso l’idea potrebbe essere quella di un obbligo per gli over 40, stessa fascia d’età ad oggi contemplata per l’offerta delle terze dosi.
Non risulta invece al momento in discussione in sede di Consiglio dei ministri (almeno ufficialmente) l’ipotesi dell’obbligo vaccinale generalizzato per tutta la popolazione, nonostante le richieste in tal senso già avanzate da Cgil, Cisl, Confindustria e Confcommercio, ma anche, proprio oggi, dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
Giovanni Rodriquez
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