Il “Patto” tra le professioni sanitarie: “Basta liti, ora consulta permanente e valori etici condivisi”
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Costruire un terreno comune da cui partire per collaborare nell’interesse del paziente e dei suoi bisogni, valorizzando le proprie competenze senza alzare steccati e lasciandosi alle spalle le conflittualità. È quanto è emerso dal confronto tra 10 professioni sanitarie riunite al Forum Risk Management di Firenze
Lasciarsi alle spalle la conflittualità tra professioni sanitarie, provando a collaborare nell’interesse dei cittadini. Istituire una consulta permanente per svolgere al meglio la propria funzione, facendo tesoro di ciò che accomuna lo psicologo al biologo, il fisico-chimico all’infermiere, il farmacista all’ostetrica.
Sono queste le proposte lanciate da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) e prontamente accolte dagli altri nove ordini professionali e federazioni che hanno partecipato alla tavola rotonda sulla sinergia professionale al Forum Risk Management in corso a Firenze.
“Oggi siamo nelle condizioni di poter avere un ruolo attivo all’interno del Servizio sanitario nazionale – ha evidenziato Anelli – La collaborazione deve diventare una questione pragmatica e non ideale, sennò le conflittualità permangono”.
La proposta è stata quella di partire da qualcosa che accomuni tutti i professionisti presenti al tavolo: il codice etico e deontologico. “Credo che potrebbe essere una buona idea pensare ad alcuni articoli condivisi, nell’interesse della salute del cittadino”, ha evidenziato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).
“Negli ultimi anni ho registrato un cambio di passo e di sensibilità – ha sottolineato Alessandro Beux, presidente Federazione Nazionale Ordini Tsrm Pstrp – Tutti gli attori sono consapevoli che si debbano depurare gli interessi di parte dalle “tossine” negative pur mantenendo le loro specificità. In questo senso ben venga partire da una dimensione valoriale condivisa che funga da base comune”.
“Nell’ottica di valorizzazione del professionista, due spunti ulteriori possono essere il perseguimento dell’equo compenso per i liberi professionisti e l’istituzione di nuove scuole di specializzazione che ci mettano nelle condizioni di operare in nuovi ambiti e in un sistema di multiprofessionalità”, ha proposto Nausicaa Orlandi, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici (Fncf).
Tutti i presenti hanno riconosciuto nella formazione uno dei nodi più critici: “Purtroppo oggi l’università non forma persone in grado di collaborare e comunicare con altri professionisti e di essere empatici con i pazienti – ha notato Carla Bernasconi, vice presidente Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (Fnovi) – Occorre lavorare molto sul post lauream”.
“Vogliamo fare gioco di squadra perché abbiamo capito che da soli non si va da nessuna parte, ma insieme si può andare davvero molto lontano – ha dichiarato Silvia Vaccari, vice presidente Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (Fnopo) – Per questo abbiamo bisogno di un linguaggio comune e omogeneo, affinché i cittadino non si senta solo ma accompagnato nel suo percorso di cura”.
“Sfide come la cronicità vanno giocate sul territorio, dove bisogna creare una rete interprofessionale che si faccia carico del paziente – ha detto Andrea Giacomelli della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi) – A gennaio partirà la sperimentazione della farmacia dei servizi e credo che lo sviluppo dei servizi cognitivi possano mettere a confronto diversi professionisti che gravitano attorno al paziente cronico”.
“È importante riuscire a trovare a livello territoriale dimensioni di incontro tra le diverse professionalità”, ha ricordato Annunziata Bartolomei, vice presidente Federazione Nazionale Assistenti Sociali. E Stefania Papa ha ribadito come sia “fondamentale formare team multidisciplinari, che possano guardare a un problema con punti di vista diversi”.
“In questo momento sono poche le occasioni di confronto tra discipline diverse – ha evidenziato David Lazzari, Esecutivo Consiglio Nazionale Ordine Psicologi – Abbiamo necessità di parlarci e dialogare, altrimenti la possibilità di un’ottica integrata è limitata. Mi sembra che oggi abbiamo posto delle basi importanti”.