LETTERA APERTA A TUTTI I COLLEGHI TECNICI DI LABORATORIO BIOMEDICO.
Dott.ssa Loredana Bonelli
Cari colleghi Tecnici di laboratorio biomedico, siamo una comunità e desideriamo esprimere vicinanza ai colleghi che silentemente, hanno lavorato indefessamente, con grande passione e dedizione, consapevoli che per noi la tensione non è finita e la richiesta diagnostica è in aumento, sono dati che il Paese richiede per essere confortato e ripartire così da avviare una fase nuova economica e sociale.
Siamo consapevoli che ripartenza e sicurezza sono un binomio imprescindibile, abbiamo interiorizzato che sarà lungo il periodo in cui dovremo convivere con COVID-19.
Si registra una lenta discesa della presa in carico da parte delle terapie intensive, dove in periodo d’emergenza sono state allocate prioritarie ed ingenti risorse dedicate alla cura.
Ora si parla di ripartenza, di efficientamento delle cure primarie, del ruolo del territorio, di sicurezza di comportamenti.
Noi, in questo contesto rivestiamo un ruolo importante, la diagnostica di laboratorio è una branca a cui tutti si rivolgono per avere riferimenti scientifici sulla base dei quali investire per il prossimo futuro. La medicina di laboratorio contribuisce, nella norma, a fornire al clinico il 90% delle informazioni utili, ora ci è richiesto, nel ruolo, qualcosa in più.
Noi tutti siamo consapevoli che, per appropriatezza, il tampone rimane il metodo più efficace e attendibile anche per soggetti asintomatici, la richiesta esterna è grande, ma qual è la nostra capacità di risposta? Quali le nostre competenze e conoscenze acquisite?
L’innovazione e l’evoluzione delle tecnologie insieme alla parte legislativa hanno negli anni consolidato una centralizzazione delle attività, riorganizzate su volumi di produzione, a cui successivamente è stata necessaria l’integrazione di nuove tecnologie, denominate Point of Care Testing (PoCT) considerati come un’integrazione del Laboratorio Centrale ma decentrati per dare supporto sul territorio, sempre governate dal laboratorio Centrale e quindi dal personale TSLB, ma utilizzati dai colleghi infermieri già subissati di lavoro per le attività cliniche.
Riusciamo a proporre un modello di risposta gestito diversamente se si riproporrà (Speriamo di no) una simile urgenza promuovendo e riorganizzando un’integrazione professionale e partecipata mettendo insieme competenze e conoscenze nell’organizzazione del lavoro condivisa da professionisti sanitari?
Dobbiamo consolidare una presenza più di prossimità rispetto ai bisogni sanitari a
salvaguardia della tempestività e qualità tecnicamente validata dei risultati di prestazioni di laboratorio richieste e offerte sul territorio.
La richiesta quali-quantitativa di test sierologici, di prossima validazione, rimettono al centro della nostra gestione professionale non solo il paziente ma anche i bisogni sociali che rappresenta.
Occorre che tutti noi costruiamo una visione strategica innovativa e lungimirante per consentire risposte di salute ai cittadini che siano tempestive, appropriate per sicurezza e qualità, ora per domani.
Ci sono le condizioni per partecipare ad un ragionamento sui tavoli istituzionali e non, purché ci accolliamo la responsabilità di portare innovazione in una visione utile al contesto in cui operiamo, in una corretta interpretazione ed attuazione di esigenze di salute pubblica.
Dott.ssa Loredana Bonelli
Già Presidente Fitelab Regione Lombardia
Dott. Carmelo Laganà
Presidente Commissione d’Albo TSLB Ordine Reggio Calabria
Dott. Mario Mele
Coordinatore TSLB Rete Interaziendale PoCT
Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata
“Medicina di laboratorio e Anatomia Patologica”
Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense