Nanni Costa si candida con Civica Popolare. “Ecco i perché della mia scelta”
fonte quotidianosanità
Il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) in un’intervista all’AdnKronos Salute ha spiegato: “Ho ricevuto una proposta da parte del ministro, come esperto di uno dei rami della sanità pubblica di cui sono direttore da 18-19 anni, che ho accettato ben volentieri. Lo faccio in concreto in un partito che difende principi come quello della sanità pubblica, dell’universalismo del sistema e della lotta alle disuguaglianze, nei quali mi riconosco”.
In corsa alla Camera come candidato di Civica popolare, nel proporzionale a Torino, Bologna e Roma. È la scelta di Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt), che oggi ha accompagnato a Milano il ministro della Salute e leader di Cp, Beatrice Lorenzin, in occasione di un appuntamento politico pre-elettorale.
“E l’uomo che ha messo a sistema la macchina dei trapianti in Italia, costruendo una rete per la quale siamo riconosciuti in tutto il mondo”: così lo ha presentato il ministro, spiegando che Nanni Costa “si è candidato nelle file di Civica popolare per dare una testimonianza, rispondendo a un appello
dei ricercatori italiani che chiedono di costruire un’alleanza più forte fra scienza e politica”.
Ma è lui stesso, in un’intervista all’AdnKronos Salute, a spiegare qual è stata la molla che lo ha spinto a lanciarsi in un’esperienza “francamente diversa, ma estremamente interessante”, come la definisce. “Ho ricevuto una proposta da parte del ministro, come esperto di uno dei rami della sanità pubblica di cui sono direttore da 18-19 anni, che ho accettato ben volentieri. E direi che mi sto trovando bene. C’è un lato diverso, che si può affrontare con l’esperienza accumulata in questi anni. Lo faccio in concreto in un partito che difende principi come quello della sanità pubblica, dell’universalismo del sistema e della lotta alle disuguaglianze, nei quali mi riconosco”.
Nanni Costa chiarisce anche qual è l’appello a cui ha fatto riferimento il ministro e che ha pesato nella sua decisione di mettersi in gioco. È la “lettera aperta” siglata da una quarantina di scienziati, con “prima firma quella di Walter Ricciardi”, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Un invito per la politica al rispetto dei principi della scienza, nel senso di evidenza scientifica. Il ministro ha accolto questo invito e ha aperto le porte. Io ho accolto l’invito, ne ho parlato con il ministro e mi sono trovato qua. Mi riconosco nel programma di Civica popolare non solo sulla sanità, ma anche sulle fragilità sociali, sugli anziani quindi, sulla necessità di integrazione del sociale con il sanitario, sulla necessità di sviluppare le cure territoriali per i malati cronici”, elenca.
Altre sfide condivise, continua Nanni Costa, “sono quelle della natalità e degli aiuti alla famiglia: se non aumenta la natalità ci troveremo seriamente di fronte a problemi grandi non solo in termini sociali, ma anche economici. E’ un tema drammatico la necessità di tutelare le fragilità che riguardano da una parte la natalità e dall’altra gli anziani. Realtà che moltissime famiglie vivono direttamente e in prima persona. Noi oggi non abbiamo nessun progetto sulla gestione degli anziani autosufficienti e non. E’ impensabile che sia a carico di famiglie e badanti. Da un punto di vista assistenziale diventerà sempre più impegnativo, il prolungamento della vita richiede impegno sociale”.
Oggi, ricorda, “non esiste più la stessa struttura familiare di 20-30 anni fa. Abbiamo anziani soli che, anche con discreti margini di autosufficienza, hanno bisogno di essere guidati e seguiti, di qualcuno che si prenda carico di necessità anche sociali. E’ chiaro che occorre pensare a modelli nuovi come un diverso sistema abitativo (per esempio il social housing), un sistema che garantisce figure come l’infermiera di condominio, qualcuno che chiami a casa tutti i giorni, che aiuti gli anziani a fare la spesa, li porti fuori per garantirne la mobilità. Sono tutti interventi minimi, di non elevato livello, che devono essere condotti, perché se riusciamo a prevenire la complicazione terremo quell’anziano lontano dall’ospedale. E’ il principio della cura prima che arrivi la complicazione, e da qui deriva una filiera di interventi che richiede una presenza del territorio, e sociale, che non può essere lasciata come un costo sulle spalle della famiglia. Il rischio è infatti anche il depauperamento”.
Per il direttore del Cnt “serve una visione sociale che sia più regolata e più assimilabile in tutta Italia con livelli standard”. Qualcosa di simile ai Lea (livelli essenziali di assistenza), ma per il sociale, riflette Nanni Costa. “Al momento siamo lontani, si deve lavorare su questo, come sui costi standard” della sanità.