NAPOLI: Sei arresti al Pascale di Napoli per corruzione e turbativa d’asta. Ai domiciliari il primario di Chirurgia Oncologica Addominale e l’attuale Dg dell’Asl Na1 Centro Elia Abbondante
fonte quotidianosanita
Tra il 2012 e il 2015 il primario Francesco Izzo avrebbe garantito in modo sistematico l’aggiudicazione della fornitura di dispositivi medicali ad alcune società riconducibili alla moglie. In concorso con un informatore farmaceutico avrebbe, inoltre, raddoppiato ingiustificatamente le prescrizioni e gli ordini di un farmaco oncologico della Bayer. Ai domiciliari anche Elio Abbondante, che all’epoca dei fatti contestati era responsabile delle procedure oggetto di indagine.
Sei arresti a Napoli per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti commessi dal 2012 fino al dicembre 2015 all’Istituto Tumori Pascale di Napoli. In manette sono finiti Francesco Izzo, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Addominale ad indirizzo Epatobiliare dell’Istituto; sua moglie Giulia Di Capua; l’attuale Dg dell’Asl Na1 Centro, Elia Abbondante; l’informatore scientifico della Bayer Marco Argenziano; poi Sergio Mariani e Marco Mauti.
Le indagini, spiega una nota della Guardia di Finanza, hanno consentito di accertare che Izzo, “abusando della funzione pubblica rivestita” e “dichiarando falsamente che taluni dispositivi medicali necessari per la cure dei tumori al fegato erano urgenti, ‘infungibili’ e di esclusiva produzione di alcune aziende”, ha garantito in modo sistematico a queste ultime l’aggiudicazione di una serie di forniture di prodotti medicinali per l’Istituto richiedendone l’acquisto mediante procedura negoziale diretta, senza ricorrere ad alcuna gara di appalto. Tra le società produttrici dei dispositivi, tuttavia, c’erano la HS e la Led, “i cui produttori – spiegano le Fiamme Gialle – erano forniti dalle società GI.MED Srl e GDC MEDICALI Srl, gestite dalla moglie di Izzo, Giulia DI Capua. A fronte dell’aggiudicazione delle forniture, spiega ancora la Guardia di Finanza, “Izzo ha locupletato indebitamente l’utilità costituita dalla commissione corrisposta dalle ditte produttrici alle ditte gestite dalla moglie per l’interposizione delle distribuzioni dei dispositivi medici” oggetto dell’indagine.
A rendere possibile tutto ciò ha contribuito il “tacito assenso degli uffici amministrativi dell’Istituto Pascale deputati ad effettuare i controlli e, soprattutto”, affermano le Fiamme Gialle, Elia Abbondante, attuale Dg dell’Asl Na1 e all’epoca dei fatti RUP (Responsabile Unico del Procedimento) di alcune delle procedure oggetto dell’indagine. “Questi, infatti – si legge nella nota della Guardia di Finanza -, essendo a sua volta cointeressato in affari con i coniugi Izzo. Di Capua nella Società GECO Srl, per un verso ha omesso di astenersi in presenza di un interesse proprio e, per altro verso, ha omesso di far rilevare i profili di incompatibilità in capo a Izzo per effetto della sostanziale riconducibilità a quest’ultimo delle società GIMED Srl e GDC MEDIALI Srl che, amministrate formalmente da Sergio Mariani, erano di fatto riconducibili a Di Capua”. Per tale ragione ad Abbondante è stato contestato il concorso nei reati di turbativa d’asta e di corruzione iscritti a Izzo, De Capua e Mariani, “non avendo impedito l’evento”.
Secondo la ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle e condivisa dal Cip, Abbondante avrebbe “omesso deliberatamente” di bloccare le procedure amministrative attivate da Izzo per l’acquisto di beni presso le società interposte riferibili allo stesso Izzo e alla moglie, “nonostante la palese illegittimità delle procedure d’acquisto, in presenza di un evidente conflitto di interessi, e della pretestuosità delle attestazioni di urgenza, infungibilità ed esclusività delle forniture avanzate dal primario, riguardanti, tra l’altro, prodotti già in possesso della struttura sanitaria”.
Il valore complessivo delle commesse aggiudicate con questo sistema a partire dal 2012 alle società riconducibili ad Izzo e alle moglie ammonta a oltre 1,9 milioni di euro.
Ma dalle indagini sono emerse anche ulteriori condotte corruttive messe in atto da Izzo che, in concorso con un informatore scientifico della Bayer, nel 2015, avrebbe raddoppiato “del tutto ingiustificatamente e in totale dispregio dell’interesse primario della salute pubblica”, le prescrizioni e gli ordini del farmaco oncologico denominato Nexavar (principio attivo Serafenib), prodotto e commercializzato dalla Bayer.