Personale Ssn. Schillaci: “Più incentivi a chi lavora in pronto soccorso e nelle specialità meno attrattive”. E annuncia: “Limiti più stringenti per i medici a gettone”
“Pensiamo per chi lavora nei reparti in prima linea, come l’emergenza e urgenza, di defiscalizzare l’indennità di specificità medica da circa 8 mila euro l’anno e di dare maggior peso ai contributi previdenziali per ogni anno lavorato in questi reparti, dove si potrà fare più punteggio anche ai fini della carriera”. E sulle risorse per il Ssn: “Non è solo una questione di soldi, le Regioni devono però adoperarsi per evitare gli sprechi e rendere più efficienti gli ospedali e la sanità territoriale”. Così il ministro della Salute in un’intervista a La Stampa.
Incentivi economici e di carriera per chi lavora in prima linea nell’emergenza e urgenza o nelle specialità meno attrattive. Limiti molto più stringenti nell’utilizzo dei medici a gettone. E per le risorse destinate al Ssn, le Regioni si impegnino ad evitare gli sprechi e rendere più efficienti gli ospedali e la sanità territoriale.
Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista a La Stampa fa il punto della situazione sui temi di più stringente attualità
Finanziamento Ssn. “Non è solo una questione di soldi, anche se nel corso di questa legislatura contiamo di fare di più anche da questo punto di vista. Le Regioni devono però adoperarsi per evitare gli sprechi e rendere più efficienti gli ospedali e la sanità territoriale. I posti letto negli ospedali vanno ad esempio aumentati ma bisogna lavorare anche sull’appropriatezza dei ricoveri con la presa in carico dei malati cronici proprio da parte del territorio. Il mondo sta cambiando – evidenzia il ministro – abbiamo tecnologie e terapie che consentono quello che fino a ieri era impensabile. Le risorse per l’innovazione devono arrivare dalla prevenzione, che va potenziata. Perché in una popolazione che invecchia prevenire significa non solo far vivere meglio le persone ma anche liberare risorse per curarle poi più efficacemente quando serve. Rispetto alle risorse mi faccia però dire che, nonostante la guerra e la crisi energetica, il governo le ha aumentate quest’anno di oltre 4 miliardi. E nel calcolare le percentuali sul Pil bisogna considerare che durante la pandemia è sceso notevolmente mentre ora è destinato a salire anche oltre i livelli pre-pandemici. Il che significa che in valori assoluti le risorse non diminuiscono ma aumentano”.
Liste d’attesa e lavoratori pronto soccorso. “Stiamo pensando di snellire le liste d’attesa aumentando il compenso dell’orario aggiuntivo dei medici e degli operatori sanitari. Si sta lavorando per contrastare la violenza nei pronto soccorso anche con il procedimento d’ufficio contro gli aggressori. Vogliamo mettere dei paletti all’uso dei gettonisti – sottolinea Schillaci -. Pensiamo infine per chi lavora nei reparti in prima linea, come l’emergenza e urgenza, di defiscalizzare l’indennità di specificità medica da circa 8 mila euro l’anno e di dare maggior peso ai contributi previdenziali per ogni anno lavorato in questi reparti, dove si potrà fare più punteggio anche ai fini della carriera. Che poi è anche un modo per incentivare i giovani a iscriversi a quelle specialità mediche meno attrattive da un punto di vista economico perché hanno poco mercato privato”.
Numero chiuso medicina. “Abbatterlo no ma stiamo lavorando con il Miur per aumentare gli accessi alle Facoltà. Mi chiedo però perché si dica sempre che mancano i medici ma si trovino con facilità i gettonisti pagati quattro volte tanto. Evidentemente dobbiamo impegnarci a rendere più attrattivo il lavoro nel pubblico”.
Medici a gettone. “Stiamo pensando di fissare dei limiti sia alla quota utilizzabile che di età, perché non è possibile far lavorare chi ha anche 70 e più anni – ricorda Schillaci -. Ma saranno necessari anche titoli specialistici attinenti al tipo di lavoro che si va a fare in ospedale. Un ortopedico non può finire a fare cardiologia”.
Anticipo incremento indennità per gli operatori dei pronto soccorso. “Superare l’emergenza pronto soccorso incentivando da un punto di vista sia di carriera che economico chi ci lavora. In questo senso – annuncia Schillaci – stiamo cercando di anticipare a quest’anno i 200 milioni di incentivi stanziati per il 2024. Ma è indispensabile potenziare la sanità del territorio e la telemedicina, perché oggi la gran parte degli accessi al pronto soccorso sono codici verdi che dovrebbero essere trattati fuori dell’ospedale”.
Case e ospedali di comunità. “Il personale per case e ospedali di comunità verrà trovato tra medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, pediatri di libera scelta ed ex guardie mediche, qui abbiamo 82 mila professionisti che oggi lavorano però troppo isolati e individualmente, mentre nelle nuove strutture potranno garantire una migliore assistenza lavorando in team. Quelli che mancano veramente sono gli infermieri. Per questo stiamo pensando di autorizzare coloro che lavorano in ospedale a fare ore retribuite extra anche in case e ospedali di comunità”.
Divieto di fumo. “Sulle sigarette tradizionali, non voglio vietare il fumo a chi lo fa in solitudine, ma non posso accettare che si metta a rischio la salute di chi gli è accanto. Sulle e-cig servirà invece un approfondimento basato su reali evidenze scientifiche”.
Obbligo di mascherine negli ospedali. “Decideremo sulla base delle evidenze epidemiologiche e scientifiche. Ma gli ospedali devono rimanere
aree protette, almeno dove ci sono i fragili”, conclude il ministro.