Pubblico impiego, che cosa cambia in sanità con la riforma. Dubbi su contratti e precariato
fonte Doctor33
Dopo il via ai licenziamenti lampo dei ‘furbetti del cartellino’ e il taglio alle società partecipate, arriva ora il nuovo testo unico del pubblico impiego che in sostanza ridisegna la geografia del lavoro nel pubblico impiego attraverso due decreti legislativi. Si tratta di un primo via libera sufficiente però ad aprire la strada ai rinnovi contrattuali per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici che attendono da 7 anni quello che sarà un aumento salariale medio di 85 euro lordi al mese. Dopo questo primo passo, il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia potrà inviare gli atti di indirizzo all’Aran, come ha sottolineato lei stessa in conferenza stampa. Sarà comunque l’inizio di un percorso perché il Testo unico, un corpus normativo di oltre 70 articoli (modifiche alla legge 165 del 2001) e del dlgs che va a modificare la legge 150 del 2009 (riforma Brunetta), ora dovrà ricevere i pareri delle commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato e acquisire l’intesa con Regioni e autonomie locali. Tra le principali novità introdotte dal decreto: la lotta all’assenteismo, il superamento del precariato, la stretta sui licenziamenti disciplinari, il superamento della legge Brunetta per l’assegnazione di premi di produttività. Inoltre, la riforma sancirà un riequilibrio a favore della contrattazione tra legge e contratto. Una riforma accolta con favore dal fronte sindacale, fatta eccezione per Cosmed che parla di «beffa per medici sanitari e dirigenti». Secondo la Confederazione di Medici e dirigenti, infatti, «viene ribadito che la sanatoria non riguarda i dirigenti, viene solo prorogata la possibilità, ma solo per il “personale medico tecnico-professionale e infermieristico del Servizio sanitario nazionale” di “concorsi straordinari” per adeguarsi alla normativa comunitaria sull’orario di lavoro (per la quale peraltro la comunità europea sta valutando la possibilità di riapertura della procedura di infrazione). È la proroga della legge 208/2015 già dimostratasi largamente insufficiente e in parte inapplicata e inapplicabile per i vincoli finanziari». Soddisfazione da Cimo. «Il Ministro Lorenzin lo aveva promesso – ha dichiarato Riccardo Cassi, Presidente Cimo, – e alla fine nel d. lgs. di riforma della PA, approvato in Consiglio dei Ministri, è prevista una specifica area contrattuale per la dirigenza sanitaria che il d. lgs. Brunetta aveva soppresso». Una lunga battaglia, iniziata nel 2009, che per Cassi si è conclusa positivamente. «Già nell’accordo quadro sulle aree contrattuali – aggiunge – ci si era resi conto dell’errore commesso accorpando la sanità alle regioni ed era stata prevista un’area dirigenziale per la sanità, ma per un’intesa ARAN-Confederazioni sindacali, senza modificare il quadro legislativo». Positivo anche il giudizio della Fimmg Inps. «Ringraziamo il ministro Marianna Madia per l’ottimo lavoro. Oggi si sta concretizzando un progetto per cui la Fimmg si è battuta da 10 anni», dichiara Alfredo Petrone, segretario nazionale del settore Inps della Fimmg in merito all’approvazione del decreto sul pubblico impiego che prevede tra i vari punti la realizzazione del “Polo Unico” della medicina fiscale, dando competenza esclusiva all’Inps nel controllo dello stato di salute di tutti i lavoratori in malattia. «Bene così, ora si faccia presto l’atto di indirizzo e la convenzione», affermano in una nota Cisl Medici, Fimmg Settore Inps, Sin.Me.Vi.Co, Smi Inps Medicina Fiscale, Snami Medicina Fiscale e UilPA Medici Inps, dopo l’approvazione del decreto sul pubblico impiego. «Esprimiamo consenso e soddisfazione per il passaggio all’Inps delle competenze sul controllo dello stato di salute dei lavoratori in malattia, il Polo unico, contenuto nel Decreto Legislativo sul Pubblico impiego, approvato oggi dal Consiglio dei ministri». Promosso anche «l’affidamento ai medici fiscali Inps di tutte le funzioni di accertamento medico-legale sulle assenze dal servizio per malattia dei pubblici dipendenti, comprese le attività ambulatoriali inerenti la medicina fiscale».