“Quale futuro per le professioni sanitarie italiane?”. Intervista alla presidente della Fno Tsrm-Pstrp Teresa Calandra
La Presidente a tutto tondo sui suoi primi mesi di mandato, sulla pandemia l’opportunità di non sprecarla indicata da Speranza. “Federazione Ordini parte attiva in questo processo, basti guardare all’ultimo DL 172/2021 che pone proprio in capo a loro una importante funzione di verifica dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale”. A Calandra domandiamo anche del percorso per l’ordinamento didattico della nuova professione sanitaria di Osteopata e della strada da intraprendere a quasi quattro anni dalla legge Lorenzin.
Abbiamo deciso di concludere il nostro viaggio tra le 19 professioni sanitarie che compongono la FNO TSRM e PSTRP con una intervista alla Presidente Teresa Calandra, che guida da quasi un anno la Federazione nazionale.
Come valuta questi primi suoi mesi da Presidente?
Sono stati sei mesi molto impegnativi, caratterizzati da numerose sollecitazioni ed anche criticità, ma nel complesso sono soddisfatta dei traguardi sin qui raggiunti.
Un Comitato centrale che per la prima volta è costituito da diverse professioni sanitarie, e non più da soli TSRM, è stata una bella sfida, ognuno è un valore aggiunto ed oggi posso dichiarare con certezza che siamo un gruppo eterogeneo, ma solido e coeso nei valori, nelle competenze e negli obiettivi. Ed è proprio questa sinergia che ci ha consentito di traguardare già importanti risultati: la Costituzione etica della Federazione approvata dal Cn lo scorso 2 luglio; il nostro documento sul PNRR, già inviato alle Istituzioni, nazionali, regionali e locali; il nuovo logo che rappresenta tutte le nostre professioni, di prossima adozione; l’acquisto, approvato dal Cn lo scorso 18 novembre, di una sede di dimensioni adeguate ad accogliere il personale, gli organi della Federazione e le loro numerose attività, in essere e da intraprendere.
La pandemia da Covid-19 è ancora in atto. Secondo lei il Ssn e il Governo come dovrebbero procedere per uscirne definitivamente? E quale giudizio di questi 2 anni e sulla risposta delle 19 professioni?
Purtroppo i dati degli ultimi giorni non sono confortanti, tuttavia le misure messe in atto hanno certamente contenuto l’aggravarsi della situazione; la vaccinazione è la strada da perseguire, con determinazione e perseveranza. La nostra Federazione e gli Ordini sono parte attiva in questo processo, basti guardare all’ultimo DL 172/2021 che pone proprio in capo a loro una importante funzione di verifica dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte degli iscritti. Seppur ci venga consegnata una grande responsabilità, per la quale ci aspettiamo che il Governo riconosca un contributo straordinario al fine di consentirci di ben ottemperare alle gravose prescrizioni del decreto legge, questa attribuzione di funzioni per noi rappresenta la testimonianza ed il riconoscimento dell’autorevolezza acquisita col lavoro che gli Ordini e le Federazioni hanno fatto in questi ultimi due anni e stanno continuando a fare, senza sosta, per garantire e tutelare i cittadini.
Il Ministro Roberto Speranza alla presentazione della Costituzione Etica aveva auspicato, richiamandosi a Papa Francesco, che questa crisi non venisse sprecata.
Tra quel che di buono ha determinato la pandemia c’è la consapevolezza diffusa dell’importanza del sistema sanitario. Oggi abbiamo tutti compreso che la tutela della salute dei cittadini deve continuare ad essere un diritto fondamentale. Oggi abbiamo tutti compreso l’imprescindibile valore di tutti i professionisti sanitari, non solo di alcuni. Le risorse del PNRR ci offrono un’opportunità e noi l’abbiamo colta attraverso la realizzazione del documento “Proposte attuative del Piano nazionale di ripresa e resilienza: il contributo delle 19 professioni”. La nostra visione punta a nuovi modelli organizzativi dove l’équipe è il valore da cui ripartire per garantire il giusto irrobustimento del territorio. Quindi, se pensiamo alle Case di comunità, ad altri presidi territoriali o al domicilio, sin da subito bisogna prevedere le singole professioni attivabili in una dimensione di comunità, affinché possano essere tutte immediatamente disponibili, se necessarie. Non abbiamo bisogno di legiferare a favore di professioni di comunità, bensì di prevedere atti d’indirizzo che consentano alle professioni esistenti di agire in quella dimensione. Abbiamo tutti un dovere verso le generazioni presenti e future, migliorare il nostro sistema salute, non sprechiamo questa opportunità replicando modelli che abbiamo visto non funzionare e che sappiamo non funzioneranno.
Appunto la Costituzione etica, una carta coraggiosa e innovativa, ma si è rivelata uno strumento efficace per una maggiore armonia tra le diverse professioni? E sarà un contributo prezioso anche per tutte e 30 le professioni sanitarie del sistema salute?
“La Costituzione etica è la nostra pietra angolare, elemento solido su cui costruire nella giusta direzione e con la giusta proporzione.” Questo è l’inizio della prefazione a cura di Alessandro Beux, che quando era Presidente ha voluto e creduto in questo progetto; nei due anni di lavoro è cresciuta una visione plurale, dove ogni singola professione è diventata una parte dell’intero, ed i valori della Costituzione sono diventati il collante che ci tengono e sempre più ci terranno insieme. Adesso questi valori devono trovare realizzazione nella vita professionale, dobbiamo attualizzarli nel quotidiano. Con questo spirito guardiamo alle altre professioni affinché i valori della nostra Costituzione etica possano essere condivisi, che possano essere la base di un cammino comune che si sta già concretizzando. Infatti, proprio durante lo scorso Forum risk managementi in sanità di Arezzo, ad un evento dedicato, abbiamo lanciato la proposta, siamo certi che raccoglieremo presto i frutti del lavoro che in questi mesi stiamo facendo insieme a tutte le Federazioni, Consigli e Ordini nazionali.
I Fisioterapisti hanno avviato un percorso per costituirsi in un nuovo Ordine autonomo, quale significato assume questa scelta per la Federazione?
Quando la Federazione nazionale dei Collegi dei TSRM si mise a disposizione del Governo per accogliere al proprio interno le professioni che non erano ancora ordinate non fu solo un gesto di generosità – quelle professioni giustamente avrebbero dovuto avere il riconoscimento che gli spettava -, ma soprattutto un gesto di responsabilità, che guardava al futuro con una visione aperta, plurale. Stare insieme è difficile, ma con il tempo stare insieme ci libera da comportamenti rivendicativi e corporativi e ci fa propendere verso il bene comune, questa era ed è la nostra visione.
Ciononostante, il percorso avviato è comprensibile e legittimo, tant’è che il Comitato centrale si è immediatamente attivato affinché si desse seguito alle aspettative manifestate. Noi abbiamo fatto la nostra parte, adesso aspettiamo che il Ministro faccia la sua.
Gli Osteopati sono diventati una professione sanitaria. Adesso il percorso prosegue con il MUR e il Ministero della salute per l’ordinamento didattico e l’equipollenza dei titoli, a che punto siamo?
Gli Osteopati sono una realtà, concreta, ci sono ed operano sul nostro territorio nazionale. In forza di questa evidenza, a tutela dei cittadini, è necessario procedere quanto prima alla regolamentazione e istituzionalizzazione di quanto già oggi è presente e attivo nel nostro Paese. Pertanto, responsabilmente, la nostra Federazione ha richiesto ai due Ministri competenti di avviare quanto prima ogni azione utile alla definizione dell’ordinamento didattico della professione sanitaria di Osteopata al fine di poter procedere altrettanto rapidamente alla valutazione comparativa dei titoli pregressi, quindi individuare chi tra gli attivi di oggi potrà continuare a esercitare la professione.
E per quel che riguarda il percorso per i Chiropratici? La situazione sembra ancora in alto mare.
Non ci risulta alcuna attività in corso, restiamo in attesa.
Infine una domanda più di sistema. Pensa che in futuro potrebbero affacciarsi altre professioni nel vostro multi-albo? Quali sviluppi intravede negli anni grazie alla legge Lorenzin?
La sanità del nostro Paese, negli ultimi decenni, è cambiata sensibilmente e questo processo di evoluzione ha inevitabilmente coinvolto le professioni sanitarie che hanno modificato e ampliato le loro competenze e le loro specificità per stare al passo coi tempi. Questo cambiamento, a cui non è corrisposto un naturale adeguamento dei profili professionali e della formazione, lascia margini interessanti per pensare ad una migliore e più moderna visione delle professioni sanitarie, su cui peraltro sta già lavorando il Consiglio superiore di sanità, su mandato del Ministro Speranza. Confidiamo che si punti su un armonico ammodernamento e ampliamento delle competenze e, soprattutto, sulla valorizzazione delle professioni.
Lorenzo Proia
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