SIMFER: Deroga iscrizione Ordine. Simfer e Sirn a Conte: “Si riconosce e legalizza chi ha esercitato abusivamente una professione”
Così il Presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, Pietro Fiore e del Presidente della Società italiana di riabilitazione neurologica, Carlo Cisari, in una lettera indirizzata al premier Conte. “Il rischio di ‘sanare’ attività abusive è elevatissimo e non coerente con il dovere dello Stato che è quello di garantire la salute dei cittadini attraverso la formazione e la valutazione degli operatori autorizzati”. LA LETTERA
“Questo emendamento, volto a evitare che ‘professionisti di riconosciuta competenza perdano il posto di lavoro’ (come dichiarato dallo stesso Ministro dr.ssa Grillo) di fatto riconosce e legalizza chi ha esercitato abusivamente una professione. Ora, a quanto si può evincere dalla semplice lettura del capitolo specifico del cosiddetto maxi emendamento in corso di valutazione in Parlamento, il rischio di ‘sanare’ attività abusive (cioè di continuare a esercitare senza idoneo titolo di studio) è elevatissimo e non coerente con il dovere dello Stato che è quello di garantire la salute dei cittadini attraverso la formazione e la valutazione degli operatori autorizzati”.
Così il Presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, Pietro Fiore e del Presidente della Società italiana di riabilitazione neurologica, Carlo Cisari, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Le chiediamo pertanto, sig Presidente, di valutare i pericoli per la salute dei cittadini e per l’intero sistema sanitario nell’approvare una simile deroga al principio del possesso delle competenze necessarie e quindi del titolo di studio specifico per esercitare una professione sanitaria qual essa sia, e non può certo essere una certificazione di una vera e propria ‘attività abusiva’ (e pertanto illegale) a sostituirsi a quanto richiesto dalla nostra stessa Costituzione quando all’articolo 32 afferma che ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettiità'”, conclude la lettera.