Stati Generali delle Professioni. Ecco le 10 proposte per far ripartire il Paese
Da 23 ordini professionali italiani una serie di proposte di modifica al decreto Rilancio e che riguardano, tra le altre cose, la possibilità di fruire del bonus di 600/1000 euro e dei contributi a fondo perduto, da cui sono stati esclusi; la semplificazione normativa; l’autonomia della Casse nel sostegno agli iscritti.
Sono 23 gli ordini professionali italiani riuniti per dire “basta alle discriminazioni” nei loro confronti e per ribadire al Governo il “loro ruolo economico, sociale e sussidiario”, in occasione degli Stati Generali delle Professioni italiane svoltisi oggi in video conferenza.
I 2,3 milioni di professionisti hanno chiesto al decisore politico la pari dignità del lavoro in tutte le sue forme, il riconoscimento concreto dell’essenzialità delle attività esercitate dagli iscritti agli ordini e il rispetto del principio di equiparazione tra attività di impresa e libero professionale, già sancito a livello europeo e nazionale.
Obiettivo primario dell’assise quello di sollecitare l’Esecutivo ad accogliere una serie di proposte di modifica al decreto Rilancio che riguardano, in particolar modo, la possibilità di fruire del bonus di 600/1000 euro e dei contributi a fondo perduto, da cui sono stati esclusi; la semplificazione normativa; l’autonomia della Casse nel sostegno agli iscritti; l’alleggerimento degli oneri fiscali a loro carico e l’introduzione di uno scudo penale per la responsabilità penale di chi abbia posto in essere tutte le misure necessarie per contrastare e contenere la diffusione del Covid-19 nei luoghi di lavoro.
Nel corso della manifestazione è stao presentato un “Manifesto per la Rinascita dell’Italia”. Un documento per la ripartenza economica dei professionisti e di tutte le attività produttive, contenente 10 suggerimenti e sollecitazioni in campo sanitario, tecnico ed economico, tra cui il sostegno alle attività professionali, che non si sono mai fermate durante l’emergenza sanitaria, ma che oggi necessitano di aiuti ad hoc per sopravvivere:
1. Garantire il diritto alla salute, alla prevenzione ed alla sicurezza delle cure
2. Garantire la parità di accesso dei professionisti alle misure di incentivo al lavoro e di sostegno nella fase di emergenza
3. Rafforzare le misure in materia di politiche di investimento, programmi industriali sostenibili e innovazione
4. Realizzare un piano credibile di semplificazione normativa
5. Garantire l’applicazione del principio di sussidiarietà
6. Ridurre la pressione fiscale
7. Avviare un Green New Deal per progettare opere innovative e sostenibili e promuovere un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile
8. Avviare un piano di catalogazione dei patrimoni ambientali e culturali del Paese, di riprogettazione e manutenzione, di investimento nella rigenerazione urbana e di mitigazione del rischio sismico e idrogeologico del territorio e delle opere
9. Valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, artistico, paesaggistico e culturale per nuovi percorsi di crescita
10. Garantire affidabilità e sicurezza nel settore ICT, delle informazioni e delle telecomunicazioni, accelerando un processo di digitalizzazione del Paese
“La mobilitazione telematica dei professionisti e le parole della presidente del Cup Marina Calderone in occasione degli Stati generali dei professionisti, evidenziano il disagio inaccettabile che la categoria si trova a soffrire. Le politiche economiche del governo hanno dimenticato un comparto che crea ricchezza, lavoro e che, in molti casi, è un punto di raccordo irrinunciabile tra cittadini e pubblica amministrazione”, ha detto Andrea Mandelli, responsabile di Forza Italia per i rapporti con le professioni.
“Condannare alla chiusura molti studi professionali avrebbe conseguenze gravissime per la tenuta del nostro sistema economico. Il governo si adoperi immediatamente per mettere in campo strumenti di sostegno diretto, come i contributi a fondo perduto dai quali i professionisti sono stati ingiustamente esclusi, e per velocizzare l’erogazione del sostegno al reddito di 600 euro. Presenteremo numerosi emendamenti nel decreto Rilancio: se Conte vuol dare seguito ai suoi intendimenti di ascolto e confronto, inizi da qui”, conclude.