Successo per il primo webinar della FNO TSRM e PSTRP sul Codice etico: 5 ore di confronto e 350 partecipanti Il Presidente del Maxi Ordine delle Professioni sanitarie Alessandro Beux annuncia: «In autunno il testo per la consultazione pubblica»
fonte sanitainformazione
È stato un grande successo la prima consultazione della Federazione nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione – FNO TSRM e PSTRP – dedicata al Codice etico destinato a rappresentare l’orizzonte valoriale comune delle 19 professioni afferenti l’Ordine. L’incontro, che si è svolto in videoconferenza il 27 maggio, ha avuto la durata di cinque ore e ha visto la presenza di circa 350 partecipanti che hanno potuto interagire con i relatori attraverso la piattaforma messa a disposizione dalla Federazione.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di creare una prima condivisione allargata delle attività sinora svolte per la redazione del Codice etico. A coordinare i lavori Angelo Di Naro, Tiziana Rossetto, Fabrizio Mastro, Francesco Siano e l’avvocato Laila Perciballi, Referente per le relazioni con la cittadinanza e la promozione dei valori dell’Ordine e coordinatrice del gruppo di lavoro “Etica, deontologia e responsabilità professionale quali comune codice denominatore”.
Ad aprire i lavori l’intervento del Presidente della Federazione, Alessandro Beux, che ha ricordato come quello del Codice etico sia uno dei primi tre progetti promossi per favorire l’interazione e l’integrazione tra le 19 professioni, insieme a quello sugli aspetti giuridici e medico-legali e a quello sulla gestione del rischio e la sicurezza in sanità.
«Abbiamo avuto subito ben chiaro cosa dovrà essere il Codice etico – spiega Alessandro Beux -: un documento in cui dovranno potersi riconoscere tutti i professionisti e sulla base del quale le singole professioni potranno rimodellare i
singoli Codici deontologici, laddove necessario. Abbiamo un gran bisogno di esperienze che uniscono, quale alternativa agli individualismi e agli interessi di parte che dividono».
«Questo è il primo momento di confronto, ma ce ne saranno altri, sia interni all’Ordine che esterni, con soggetti istituzionali e della società civile che potranno contribuire offrendo prospettive e sensibilità diverse dalle nostre – continua Beux -. Spero che il testo per la consultazione pubblica possa essere pronto per l’autunno di
quest’anno».
«Il webinar è stato un coro unanime di voci entusiaste – sottolinea l’avvocato Laila Perciballi -. Tutti hanno riconosciuto l’importanza di questo progetto e hanno apprezzato la narrazione fotografica della presentazione che ha raccontato la Carta etica come una quotidiana semina di valori ponendo in risalto la centralità della persona. L’incontro è stato l’occasione per illustrare il decalogo con le dieci parole chiave che abbiamo individuato: persona, salute, responsabilità, relazione, informazione, competenza, consenso, multi-professione, equità, privacy. Sono dieci parole che esprimono concetti fondanti per il professionista sanitario e che vedono alla base il riconoscimento della centralità della persona con la quale il professionista deve agire nel rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il decalogo è frutto di un lungo lavoro di studio che ci ha visto esaminare tutti i codici deontologici ed etici nazionali, europei ed internazionali confrontandoli con le normative attuali. Poi abbiamo estrapolato dai Codici deontologici di ogni professione quei contenuti valoriali che rappresentano o racchiudono l’esplicitazione di un concetto etico dal valore universale nel senso di essere applicabile a tutte le professioni sanitarie».
«Non abbiamo mai perso di vista la realtà – continua la Perciballi – ed i lavori, che si sono svolti anche durante il periodo di confinamento, hanno tenuto conto delle grandi criticità della sanità. Vogliamo dare effettività alle parole universalismo, uguaglianza, solidarietà del Servizio sanitario, di cui la pandemia ha mostrato le grandi criticità. Abbiamo rilanciato i concetti, semplici ma niente affatto scontati, di gentilezza, educazione, umanità, empatia, ascolto, non aggressività, collaborazione, rispetto. Crediamo fermamente in una relazione di qualità tra il professionista sanitario e la persona assistita qualificando il tempo del dialogo, dell’informazione, del rapporto come “tempo di cura”. Grande rilevanza è stata data inoltre all’informazione attraverso tutti i canali, anche social, ed all’attenzione che bisogna prestare nella comunicazione e nella diffusione delle notizie rimandando sempre alle fonti ufficiali al fine di salvaguardare i principi della corretta informazione in sanità. Dalla bibliografia esaminata, emerge che si tratta di un lavoro unico al mondo. Non esiste una Carta etica comune a 19 professioni sanitarie, e dunque davvero un lavoro senza precedenti».
«Nei prossimi mesi – conclude Perciballi – seguirà un’attività di riarticolazione e sistematizzazione dei contenuti illustrati all’interno delle macroaree tematiche delle parole-chiave che consentirà di eliminare ripetizioni e/o ridondanze concettuali. Successivamente, il gruppo di lavoro Codice etico sarà impegnato a trasformare e sintetizzare questi contenuti valoriali, raccolti nelle macroaree tematiche, in termini o espressioni il cui significato sia l’estrinsecazione dei principi etici. Infine, la raccolta di tutti i principi etici e la realizzazione della bozza del Codice etico unico. Il percorso è ancora lungo ma l’entusiasmo e la partecipazione di oggi testimonia che stiamo
andando nella direzione giusta».Il lavoro svolto è stato apprezzato dal Comitato centrale della Federazione: «Abbiamo da subito creduto nel progetto e questa prima consultazione ci ha molto confortato. Ringraziamo i colleghi del gruppo di lavoro, i loro coordinatori e l’Avv. Perciballi».
«Il primo webinar della Federazione dimostra che il nostro Ordine può davvero essere una comunità di persone e di valori – conclude Beux -. Con la stesura del Codice etico, un progetto all’avanguardia, si andrà a consolidare quella integrazione tra le 19 professioni iniziata con la legge 3 del 2018».