Tamponi negli studi medici. Cimo Lazio e Cosips: “Ipotesi fantasiosa e impercorribile”
i segretari della Cimo Giuseppe Lavra e del Cosips, Ernesto Cappellano, puntano il dito contro “il ‘duo’ D’Amato-Bartoletti”, che “perseverano nell’avventurarsi in ipotesi fantasiose e irrealizzabili”, ignorando che “i mmg e i pediatri sono già allo stremo ” e attribuendo ai medici di famiglia “competenze improprie” riguardo all’esame di tamponi e esami sierologici, la cui “competenza è dei medici o biologi specialisti in Patologia Clinica”.
“Il Segretario Provinciale di Roma FIMMG e Vicepresidente dell’Ordine di Roma Pier Luigi Bartoletti e l’Assessore Regionale Alessio D’Amato perseverano nell’avventurarsi in ipotesi fantasiose e irrealizzabili. Non bastavano le vaccinazioni in Farmacia, adesso pensano di far effettuare test rapidi e sierologici all’interno degli studi dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta. Ma è mai possibile che non sappiano che i colleghi di Medicina Generale e i Pediatri sono già allo stremo per tutte le incombenze cliniche e burocratiche cui devono far fronte per questa pandemia?”. Lo affermano, in una nota, il segretario regionale Cimo Lazio, Giuseppe Lavra, e il coordinatore Cosips Settore Specifico Cimo, Ernesto Cappellano.
Per Lavra e Cappellano, inoltre, con la proposta dei tamponi “il “duo” Vice Presidente Bartoletti e Assessore D’Amato attribuiscono inoltre competenze improprie ai Medici di Famiglia, riguardo all’esame di tamponi e esami sierologici, disconoscendo che la competenza è dei medici o biologi specialisti in Patologia Clinica. Con tale iniziativa il “duo” espone i medici di MG a grave rischio professionale, distogliendoli peraltro dai loro compiti istituzionali a danno dei pazienti assistiti”.
“Hanno idea – prosegue la nota – che gran parte degli studi medici che non sono ambulatori, si trovano all’interno di condomini privati e non sono in possesso dei requisiti igienici minimi, quali percorsi diversi, sale d’attesa separate, idonei dispositivi di protezione per poter effettuare in sicurezza per se stessi, per i pazienti e per il personale, quasi sempre una segretaria e non un’infermiera, prestazioni diverse dalla semplice visita medica?”.
Per il segretario regionale Cimo e il Coordinatore Co.Si.P.S. l’assessore si dovrebbe “preoccupare di dotare le Aziende Sanitarie pubbliche di idonee risorse umane e strumentali per poter effettuare queste prestazioni presso i locali e i laboratori delle ASL. I Servizi Sanitari della Regione Lazio hanno bisogno di recuperare efficienza e qualità anche per rassicurare i cittadini con atti amministrativi e disposizioni logiche, lineari e garantite in relazione alla sicurezza delle cure, in quanto da troppi mesi vivono con angoscia questa pandemia”.
“Va ricordato all’Assessore – incalzano Lavvrà e Cappellano – che in luogo di queste iniziative con proclami estremamente dubbi in ordine alla loro appropriatezza, si dovrebbe occupare di rifornire gli studi dei MMG e dei Pediatri di idonei dispositivi di protezione che ancora sono largamente insufficienti rispetto alle necessità”.
“Inoltre – conclude la nota di Cimo Lazio e Cosips – l’Assessore dovrebbe preoccuparsi che ad oggi ancora non sono stati distribuiti alle ASL e ai Medici del territorio un numero di vaccini antiinfluenzali idonei a garantire la copertura. Facciamo anche presente, infine, che il virus influenzale è già stato isolato in Italia e non possiamo permetterci di farci trovare impreparati per l’influenza stagionale.