Via libera al Programma nazionale donazione organi 2018-2020. Definiti standard minimi organizzativi e metodologici per incrementare le donazioni
fonte quotidiano sanità
Accordo in Stato-Regioni sul “Programma Nazionale Donazione di Organi 2018-2020 che fornisce metodologie comuni e uniformi per: definire un linguaggio comune; implementare buone pratiche organizzative, cliniche e amministrative; utilizzare percorsi di miglioramento della qualità in tutte le fasi del processo di donazione; attuare l’analisi dei dati; implementare sistemi nazionali e regionali di auditing e formazione. L’ACCORDO.
Accordo raggiunto in Stato-Regioni sul “Programma Nazionale Donazione di Organi 2018-2020.
Il documento ha l’obiettivo di definire standard minimi organizzativi e metodologici per un sistema regionale sostenibile ed efficiente in grado di incrementare il livello di donazione di organi in tutte le Regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano.
Fornisce metodologie comuni e uniformi per: definire un linguaggio comune; implementare buone pratiche organizzative, cliniche ed amministrative; utilizzare percorsi di miglioramento della qualità in tutte le fasi del processo di donazione; attuare l’analisi dei dati; implementare sistemi nazionali e regionali di auditing e formazione.
I suoi principi generali sono:
a. la donazione di organi è attività istituzionale delle strutture sanitarie e obiettivo essenziale dei Ssr;
b. la donazione di organi è compito ordinario delle rianimazioni/terapie intensive e dell’ospedale, come atto medico di valore etico e terapeutico successive all’accertamento di morte con criteri neurologici (morte “encefalica”) o cardiaci (arresto cardiocircolatorio), finalizzato al trapianto dei soggetti con gravissima insufficienza d’organo;
c. la donazione di organi, frutto di una scelta libera e consapevole, deve essere incoraggiata e onorata. I cittadini devono essere informati e la percezione dell’assistenza sanitaria deve essere la più alta possibile. Le Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, devono, quindi, mettere in atto una precisa strategia d’informazione e di sensibilizzazione in cooperazione con le Associazioni di volontariato, le Società scientifiche e gli organismi istituzionali del Ssn. Per chiarire e valorizzare ii rapporto tra qualità della cura e donazione degli organi, le Regioni danno risposta alla necessità di formazione e informazione rispetto all’impegno culturale, civile e medico di operatori e cittadini nella presa in carico delle cure di fine vita in ospedale;
d. l’attività di donazione di organi viene organizzata e valutata dai SSR sulla base di standard di governo clinico condivisi e criteri ed indicatori di qualità omogenei;
e. le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nell’ambito delle attività di programmazione e indirizzo, definiscono obiettivi di donazione a incremento o mantenimento dei livelli di donazione di organi e tessuti per i direttori generali dei singoli ospedali.
II processo di donazione e il trapianto di organi è parte dei Lea: per attuare a livello regionale e nazionale ii controllo e la misura di efficienza del processo, il CNT promuove l’utilizzo di criteri e indicatori di qualità ad hoc anche mei sistemi di monitoraggio dei Lea.
I due criteri di qualità essenziali per la donazione di organi sono:
1) la donazione di organi è attività istituzionale delle strutture sanitarie e obiettivo essenziale dei Ssr.
2) tutti i soggetti che presentano i criteri devono essere sottoposti ad accertamento con criteri neurologici (il sistematico accertamento di morte con criteri neurologici di tutti i soggetti non costituisce solo un fattore di aderenza a/lo normo di legge, ma un indice di “best practice” e di qualità dell’assistenza ospedaliera).
Gli indicatori di qualità individuati saranno sottoposti a periodica verifica, integrazione e miglioramento in relazione alla possibilità di acquisizione dei dati da parte di tutte le Regioni. In particolare, sarà tenuta in considerazione la possibilità di comparazione dei dati a livello europeo. L’accordo suggerisce anche ulteriori monitoraggi e indicatori già validati in ambito italiano o europeo (Progetti DOPKI, ODEQUS e ACCORD). In una prima fase, si dovrebbe considerare, in particolare, ii processo di donazione in soggetti con accertamento di morte con criteri neurologici. Tuttavia è necessario che le Regioni raccolgano parallelamente e, in modo sistematico, dati prospettici con lo scopo di individuare percorsi per l’attivazione, ovunque sia possibile, anche di programmi di donazione a cuore fermo.
II Comitato Regionale Trapianti, rappresentativo di tutte le aree di attività della rete regionale della donazione e del trapianto, coadiuva ii Coordinatore regionale trapianti nell’elaborazione della strategia regionale, tenendo conto degli indirizzi della rete nazionale e della programmazione sanitaria della Regione.
Annualmente, le Regioni elaborano e trasmettono al CNT un Documento programmatico con indicazione degli obiettivi (donazione e trapianto) degli strumenti clinico-organizzativi, del sistema di Quality Assurance (indicatori, monitoraggio e audit), dei programmi di formazione e ricerca. Elaborano, inoltre, un report delle attività e dei risultati, con analisi delle criticità.
Le Regioni garantiscono anche , in collaborazione con ii CRT, e in sinergia con le iniziative nazionali, un programma di formazione continua rivolta a tutto ii personale coinvolto nel processo di donazione (intensivisti, area critica, laboratori, neurologi ecc.) anche rispetto a nuove procedure strategiche (cuore fermo, ECMO, perfusione organi) e nuovi ambiti sociali e colturali basato sulla rilevazione dei bisogni espressi dagli operatori e delle criticita emerse (monitoraggio eventi avversi).
Una efficace strategia d’informazione della popolazione deve essere sviluppata in collaborazione con le Associazioni di volontariato e le lstituzioni regionali e nazionali.
I requisiti funzionali del processo di “donazione di organi” in Ospedale sono:
Identificazione e segnalazione del donatore di organi
a. II processo di donazione è trasversale a gran parte delle unità operative e dei servizi dell’ospedale;
b. l’identificazione del paziente deceduto, con potenzialità di donazione e la segnalazione come donatore, di cui sia stata accertata la morte costituiscono ii punto più critico del processo e ii punto di partenza del programma di garanzia della qualità (Quality Assurance);
c. all’obiettivo di identificazione e segnalazione di donatori, definito e assegnato dalla Direzione, concorrono ii personale dell’area critica (Pronto Soccorso, Rianimazione/Terapia lntensiva, Stroke Unit, Sale Operatorie..), i medici esperti referenti e l’equipe del Coordinamento locale ospedaliero per ii procurement, facilitando anche l’introduzione di criteri di alert e di sistemi di segnalazione automatica su base informatica (cartella clinica elettronica).
Medici esperti del procurement referenti per l’identificazione e il trattamento del donatore di organi
Per coadiuvare ii Coordinatore locale aziendale e il personale del Coordinamento locale ospedaliero, è necessario l’ausilio di medici esperti, presenti nell’arco delle 24 ore, nelle diverse articolazioni dell’ospedale per le funzioni essenziali di identificazione e trattamento del soggetto deceduto con potenzialità di donazione, prima e durante ii processo di accertamento di morte.
A questo scopo l’accordo indica alcune raccomandazioni:
a. in ogni ospedale, sono individuati medici esperti del procurement (MEP), nell’ambito dei singoli percorsi clinici nei quali svolgono la propria funzione (Rianimazioni/Terapie Intensive, Stroke Unit, Pronto Soccorso, Emodinamica, Trauma Unit, ECMO Unit ecc.); i MEP possono essere affiancati da infermieri con specifica formazione in area critica ed esperti nella gestione di PDTA e del processo di donazione;
b. i medici esperti del procurement costituiscono il riferimento per gli operatori presenti nelle proprie strutture e sono responsabili del percorso di identificazione dei soggetti con lesione cerebrale acuta severa (percorso DBD) e grave insufficienza cardiocircolatoria (percorso DCD) e della segnalazione tempestiva, al personale del Coordinamento locale ospedaliero per ii procurement, con procedure e standard operativi approvati dal Coordinatore (locale) aziendale, dalla DS e dal CRT;
c. i medici esperti, ii Coordinatore locale aziendale e la Direzione sanitaria, definiscono i percorsi e le procedure di trattamento in ospedale dei soggetti con lesione cerebrale acuta severa con possibile evoluzione verso l’accertamento di morte con criteri neurologici o cardiaci, in seguito a limitazione di trattamento in terapia intensiva.
d. i MEP, ii Coordinatore locale (aziendale) e la Os, definiscono anche i percorsi e le procedure di cura dei pazienti con arresto cardiaco o gravissima insufficienza cardiocircolatoria, possibili donatori in asistolia, monitorando, in particolare: 1) i soggetti con arresto cardiaco inatteso intrattabile, provenienti dall’esterno e dall’interno dell’ospedale; 2) i soggetti con arresto cardiocircolatorio terminale atteso in rianimazione/terapia intensiva; 3) i soggetti in trattamento con ECLS/ECMO.
e. negli ospedali, in cui è programmata o già attiva la donazione a cuore fermo, i medici referenti del programma DCD sono responsabili della tempestiva segnalazione del paziente, con potenzialità di donazione al Coordinamento locale ospedaliero per ii procurement, e partecipano alle procedure di accertamento di morte con criteri cardiaci e di preservazione della funzionalità degli organi;
f. al personale sanitario dell’ospedale, che coadiuva ii Coordinatore locale nelle funzioni, può essere riconosciuta una specifica indennità per il lavoro aggiuntivo svolto per il raggiungimento degli obiettivi affidati.